Il rallentamento della velocità di crescita dei contagi, accompagnato dalla riduzione dei ricoveri e dal calo delle terapie intensive, riporta al centro degli strumenti per contenere la diffusione dell’epidemia il dossier tracciamenti, andato in tilt nei giorni del picco della seconda ondata Coronavirus.
E mentre si pensa a come rilanciare il canale tracciamento dei contagi, le Regioni stanno cercando di accelerare nell'istituzione delle Usca che, stando ai tempi previsti dal Decreto di marzo, avrebbero dovuto essere attivate a 10 giorni dall'entrata in vigore della legge. Non tutte le Regioni sono in regola e, soprattutto, i sindacati dei medici di medicina generale denunciano che spesso le Usca vengono usati per compiti che nulla hanno a che fare con l'assistenza domiciliare.
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Diciamolo meglio: per rendere efficace il tracciamento la percentuale di positivi su casi testati deve essere al massimo del 5%. Nell'ultima settimana siamo tra il 20 e il 25%
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