E' una vittoria di testa. Il cenno autocelebrativo di Rohan Dennis mentre taglia il traguardo della crono mondiale ad Harrogate è emblematico: sa di forza mentale, di rivincita verso un ambiente che ne aveva messo in dubbio la tenuta psicologica.
Condividi Tutte cose vissute in silenzio, preparando la gara della riconferma: lo scorso anno aveva vinto la medaglia d'oro a Innsbruck da favorito, stavolta lo ha fatto da incognita. Domina Dennis, sin dal primo intermedio: "Ho preso subito un ottimo ritmo, al primo rilievo avevo già un buon vantaggio ed a quel punto ho insistito, cercando di rilanciare il più possibile dopo le salite", spiega.
Felice è anche Filippo Ganna, che conquista una favolosa medaglia di bronzo. Un paio di dati per connotare l'impresa: è solo la terza volta che un italiano sale sul podio da quando il mondiale è diventato anche a cronometro, 25 anni fa. Chiurato argento nella prima edizione, Malori con lo stesso metallo nel 2015 gli altri. E pensare che coloro che sanno di ciclismo parlavano dell'ingresso nei primi dieci come di un bell'obiettivo per il piemontese.
Quello che forse è meno felice è il secondo arrivato, Remco Evenepoel. Il belga, 19 anni, un ingresso faraonico tra i professionisti dopo aver dominato in largo e in lungo tra gli juniores , dipinge sul suo volto una smorfia di disapprovazione al momento lasciare a Dennis il trono del miglior tempo. Un risultato del genere così giovane dovrebbe esaltarlo, ma tant'è... Del resto i soprannomi hanno sempre un fondo di verità.
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