. Senza stranieri e senza clienti lombardi, è come minimo un salto nell’incertezza. Per questo, sia con il verbanese Piccolo Lago sia con il torinese Piano 35 ha deciso di prendersi qualche giorno in più. Sabato i suoi locali non hanno riaperto, nonostante il Piemonte sia arrivato già con un leggero ritardo rispetto alle altre regioni.
«Noi siamo carichi e vogliamo essere protagonisti di questa nuova partenza. Si cambia? Sfida accettata» dice Sacco, ricordando però che le scelte devono essere ben ponderate. Perché nessuno sa come reagirà la clientela. E quando si ha la responsabilità anche di tanti dipendenti, i passi falsi bisogna evitarli., che non sempre coincidono con quello che vorrebbe il cuore.
Più sostanziali le novità al Piccolo Lago, che di giorno - dice lo chef - «sarà un giardino aperto, conviviale». Il ristorante bistellato sarà invece aperto a cena dal mercoledì alla domenica. Senza soste, già dal lunedì, funzionerà un bistrot a ciclo continuo, dalla mattina all’aperitivo, nel grande giardino affacciato sul lago di Mergozzo. «Dalle 10 del mattino - è la spiegazione -, nel giardino i clienti potranno rilassarsi e poi pranzare in mezzo alla natura», con una carta snella, e proposte meno elaborate.
» dice Marco Sacco. Sul cosiddetto «distanziamento sociale», invece, nessun problema: i locali molto ampi consentono di mantenere le distanze. «Quando ci rivedremo - conclude Sacco - non ci stringeremo la mano, non ci abbracceremo, non ci sarà scambio di baci. Ma le emozioni, quelle nessuno ce le può azzerare. Solo, le dimostreremo in un modo un po’ diverso».
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