C'entrano i rincari dell'energia, ma non solo. Il prezzo della pasta è alle stelle . L'aumento del prezzo del grano e il caro-bolletta si fanno sentire nella spesa di tutti i giorni degli italiani. Una congiuntura di ragioni differenti ha fatto sì che un chilo di pasta, che a settembre la grande distribuzione comprava a 1,10 euro, ora ne costa 1,40. E il peggio deve ancora arrivare: per fine mese la cifra balzerà a 1,52 euro.
Alla pasta gli italiani non rinunciano mai, e molti consumatori sono comunque legati ai marchi più importanti. La pasta non è il primo alimento che si compra in un discount, c'è affezione della clientela e gli italiani sanno riconoscere l'importanza di una materia prima di qualità in cucina. Ma fino a quando? La Gdo all’inizio ha fatto resistenza, poi si è arresa.
Dal punto di vista della grande distribuzione organizzata, sarà un anno complesso per svariati motivi: gli aumenti di luce e gas hanno iniziato a variare anche il mix della spesa settimanale portando molte persone a scegliere più prodotti di prima necessità come pasta, farina, uova, latte, pollame e altro. Prodotti alimentari con un basso margine.
Nella categoria pasta pesano anche i rincari sui mercati internazionali della semola, aumentata di oltre il 70%, l’aumento dei noli marittimi , dei fertilizzanti, i costi del packaging a partire dalla carta e plastica per finire con la bolletta energetica. Per i cartoni e il film plastico i costi sono aumentati fino al 25%.
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