Blog | Giornata della Memoria, è struggente l'Olocausto raccontato dalle donne
Violenze inaudite, ma anche solidarietà e speranza. In sei libri l'Olocausto raccontato dalle donne. Per tenere vive memoria e responsabilità.
Percorre tutto il secolo breve il suo nuovo romanzo“Biancaneve nel Novecento”, pubblicato da pochi giorni (Solferino). Duro e poetico, racconta attraverso gli occhi di due donne i segreti nascosti delle famiglie, il corpo femminile, la violenza a cui è sottoposto. Tra tutti,
il bordello del campo di concentramento di Buchenwald, una realtà tra le meno trattate nell’ampia letteratura sulla Seconda guerra mondiale.Nel romanzo due storie parallele (a lieto fine) si sviluppano in capitoli alternati, a specchio: Bianca, bambina che a Bologna negli anni 80 vive un’infanzia infelice e Lili, giovane francese reclusa che a Buchenwald è costretta a prostituirsi nei bordelli dei lager voluti da Himmler, che dava a internati ritenuti “meritevoli” e a kapo senza scrupoli una busta con cui abusavano dei corpi delle donne. Lo sdoppiamento narrativo permette a Oliva di percorrere gran parte del Novecento, dai crimini dell’Olocausto all’Italia di Ustica, della strage di Bologna, della banda della “Uno bianca”, della piaga dell’eroina.
Per quante generazioni dura il male?Inevitabile la domanda. Il dubbio si scatena quando si apre l’armadio di famiglia, pieno di segreti che il tempo non cancella, tra cui la maternità e le sue varie sfaccettature: accettata, rifiutata, conquistata. Le vicende di Bianca e di Lili, gli intrecci tra le generazioni, headtopics.com
danno voce al rimosso di un secolo.“Volevo creare un collante– afferma Oliva –tra la storia che viviamo tutti i giorni, e la grande Storia, quella che crediamo ci sormonti ma in realtà ci affianca quotidianamente, soltanto talvolta non ce ne accorgiamo perché siamo troppo distratti dalle incombenze dell’esistenza e dei nostri guai”.
Proprio le storie nella storia sono quelle raccontate daLia Leviin“Ognuno accanto alla sua notte”, appena uscito per le edizioni e/o. Il titolo, un verso di una poesia di Paul Celan, sembra alludere al peso delle ombre che agitano il passato dei tre “narratori” (Gisella, Doriana e Saul), compagni di un corso d’inglese che si ritrovano in una casa di campagna per studiare. I ricordi che si scambiano sono tutti ambientati nel ghetto ebraico di Roma all’epoca dell’entrata in vigore delle leggi razziali: quello di un commediografo ebreo costretto a lavorare in clandestinità, della breve storia d’amore tra una ragazza ebrea e il figlio di un gerarca fascista, del rapporto conflittuale tra un giovane e suo padre, autorevole esponente della comunità ebraica negli anni 40.
L’autrice, già vincitrice del Premio Strega Giovani 2018 con “Questa sera è già domani”,affianca al discorso sulla memoria quello cruciale della responsabilità. Non si sottrae all’operazione faticosa di mettere in scena le crepe che hanno segnato quell’epoca, le sottovalutazioni, il tentativo ostinato di trovare razionalità dove non c’era, l’illusione che gli ebrei romani sarebbero stati salvati dalla furia nazista. Come nel libro di Oliva, anche qui è nel filo rosso tra le generazioni, nel rimando continuo tra gli errori del passato e il dolore del presente, che la memoria si fa materia viva.
“La memoria– dice Fiammetta –non è un imperativo, un obbligo morale.È il pane di cui continuiamo a nutrirci come sempre. Stesse domande, dubbi, oscurità e sprazzi vivificati”.* Hanno collaborato Davide Madeddu, Filomena Spolaor e Manuela Perrone headtopics.com
*****Titolo: “Le donne e l’Olocausto” Leggi di più: IlSole24ORE »
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Mai Dimenticare, Mai. Non sono stati uccisi solo ebrei.