Tenendo conto dei sintomi che aumentavano di gravità e potrebbero essere attribuiti a COVID-19, correggendo le fluttuazioni stagionali e gli aspetti sanitari non infettivi della pandemia sulla dinamica dei sintomiSono i risultati della ricerca più ampia mai eseguito su questo aspetto, che è stato pubblicato i giorni scorsi su, e che si basa sui dati raccolti nell’ambito di Lifelines, cioè uno studio di coorte osservazionale prospettico che esamina la salute e i comportamenti...
Il 19,7% dei post-COVID riferisce stanchezza cronica, contro il 4% della popolazione generale. L’anosmia o l’ageusia hanno riguardato l’8% dei guariti, mentre è diffusa solo nello 0,8% delle persone che non si sono mai contagiate. Il 13% dei post-COVID riferisce dolore muscolare, contro l’8% della popolazione generale esaminata. La prevalenza del dolore allo sterno è del 3% fra i guariti, il triplo rispetto al resto delle persone coinvolte.
La ricerca è interessante per tre motivi. Anzitutto per l’ampiezza del campione con un’età media di 53 anni, e l’aver incluso non solo ex-ospedalizzati, ma anche persone che hanno vissuto una malattia lieve.
Post-Covid? Lo studio è sul Long Covid. Usiamo i termini appropriati per una informazione corretta, per favore.
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