dopo l’Inno di Mameli nelle cerimonie ufficiali il 25 aprile: è iniziato la settimana scorsa l’iter parlamentare di una proposta di legge per fare della canzone Bella ciao l’inno ufficiale della Festa della Liberazione. La proposta porta le firme di parlamentari di PD, Italia Viva, M5S e LeU e che la canzone ha «» ed è «espressione popolare dei valori fondanti» della nascita e dello sviluppo della Repubblica.
, ha spiegato: «Bella ciao, non per colpa del testo ma per colpa della sinistra, è diventata una canzone che non copre il gusto di tutti gli italiani: è troppo di sinistra. Non è la canzone dei partigiani, è la canzone solo dei partigiani comunisti».le politiche del Pd su questa tematica sono «un classico antifascismo da passerella».
La proposta è fatta di un solo articolo. Al comma 1 si chiede il riconoscimento da parte della Repubblica della canzone Bella ciao quale. Al comma 2 si stabilisce che la canzone sia eseguita, dopo l’inno nazionale, alle cerimonie ufficiali per i festeggiamenti del 25 aprile. Molti storici si sono interrogati sull’origine della canzone. Certamente era diffusa negli anni della Resistenza. Cesare Bermani, storico della cultura orale, la fa. Lo storico Stefano Pivato la colloca invece fra Reggio Emilia, Bologna e le Alpi Apuane. Esistono altre ipotesi, dal canto delle mondine in risaia a una creazione addirittura postuma rispetto alla guerra.
Il testo ricorda direttamente i partigiani e sarebbe creazione italiana. In molti pensano invece che la musica risalga a. Rispetto a molte altre canzoni sullo stesso tema è diventata popolare, dai curdi al Sud America, ed è stata cantata da tantissimi, da Milva a Yves Montand, e utilizzata da molto cinema e tv, ultima in ordine di tempo la serie
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