fa emergere in tutta la sua forza la “spaccatura” che il progetto leghista porterebbe nel Paese e il resto della Nazione. Andrea Del Monaco, esperto di fondi europei, è il primo a snocciolare la dura realtà dei numeri. Un cittadino del Nord, spiega, riceve in media dallo Stato 17.363 euro di spesa pubblica. Un cittadino del Sud deve accontentarsi di 13.607 euro. La differenza è di oltre 3.600 euro. Per colmarla servirebbero 75 miliardi all’anno da destinare al Mezzogiorno.
La domanda è spontanea: da dove arriveranno allora i soldi per colmare i divari? Quesito non peregrino. Soprattutto se, come ha ricordato Marina Boscaino, del Comitato per il ritiro dell’autonomia differenziata, il disegno di legge Calderoli prevede una «invarianza di spesa». Colmare i divari tra Nord e Sud senza stanziare nuovi fondi è un ossimoro, una contraddizione in termini.
Non è vero che l’hanno voluta i padri costituenti. L’articolo 116 ter che permette di trasferire 23 materie dallo Stato alle Regioni è stato introdotto dalla riforma del titolo V della Carta del 2001. Del Monaco lo ha definito «un raro caso di insipienza giuridica e politica» e il presidente della Commissione Affari Costituzionali, Alberto Balboni di Fratelli d’Italia ha chiosato: «Questo suo giudizio coincide con il mio».
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