per anni è stata considerata un simbolo mondiale della non-violenza. Nel 2016 è diventata Consigliere di Stato della Birmania, ministro degli Affari Esteri e ministro dell'Ufficio del Presidente, una sorta di capo del governo. La sua figura è stata però anche al centro delle polemiche per la gestione delle violenze ai danni della minoranza musulmana birmana dei Rohingya.
Gli arresti domiciliari di Aung San Suu Kyi vengono revocati nel 1995. Ma questo per la leader asiatica non significa libertà. La donna, infatti, per volere del regime, non può lasciare il Paese ed è costantemente controllata. Nel corso degli anni a lei si sono interessati tanti leader mondiali, come l’allora segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, e Papa Giovanni Paolo II, oltre agli Stati Uniti e all’Unione Europea.
No al fascismorosso.
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