Attenzione a condividere troppo: anche i ladri ci seguono sui social - La Stampa

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Attenzione a condividere troppo: anche i ladri ci seguono sui social

Anche se l’impressione è che i casi come quelli delle due soubrette e di Neviani siano sempre più frequenti, l’uso dei social network e delle informazioni reperibili sul Web per studiare le vittime di un furto non è una novità recente. “Bling Ring”, film del 2013 di Sofia Coppola, racconta la storia vera di un gruppo di adolescenti dediti a svaligiare le case dei famosi a Hollywood.

La crescita del fenomeno degli influencer, soprattutto grazie a Instagram, ha contribuito negli ultimi anni a normalizzare la tendenza a condividere informazioni - come quelle sui nostri spostamenti e su ciò che possediamo - che storicamente appartengono alla sfera del privato.

Demonizzare i social e pensare che ogni vostro aggiornamento dalla Thailandia possa essere visto da chi è pronto a svaligiarvi casa sarebbe puro sensazionalismo: la maggior parte dei furti in appartamento avviene ancora con metodi e sistemi “analogici”, come gli appostamenti e lo studio delle abitudini delle vittime.

 

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Studiate: e studiate anche: siete giornalisti senza la benché minima competenza informatica.

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Non è questione di quanto si condivide, ma di che cosa e secondo quali termini di licenza. Chi ad esempio collabora con la Free Software Foundation al di là del tipo di programmazione, rilascia il proprio codice sorgente secondo i termini della:

Evidentemente influencer non è sinonimo di intelligente.. cmq godo perché bisogna essere davvero ma davvero stupidi.

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