prigionieri somali ammucchiati come in un pollaio
“. Ma solo scambiando un paio di battute con i militari si è accorto che avrebbe dovuto attendere più di quanto potesse immaginare: “Dopo un paio di ore ho chiesto se potevo ripartire,‘non si sa, domani o dopodomani, chissà.. ora stai qui e dormi qui’ , indicando il materassino sulla mia bici. Mi sono seduto di nuovo e mentre il tempo passava due ragazzi nella cella hanno iniziato a litigare. Il poliziotto li ha chiamati, sono usciti, li ha fatti mettere in ginocchio davanti a me e, intanto un altro dietro di lui impugnando un AK-47 li guardava e rideva”.Cominciava a essere buio, hanno aperto la porta di un edificio e mi hanno detto di stare dentro, così è stato”.
perché i poliziotti erano mezzi ubriachi e ‘giocavano’ con i prigionieri, quindi reputavo la situazione pericolosa anche per lui. Stamattina [15 maggio, ndr]. Abbiamo poi caricato la bici su un minibus e siamo andati diretti alla frontiera superando insieme i vari posti di blocco”.
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