in lacrime. Piangeva senza potersi fermare: aveva appena finito di visionare i video dei bambini e dei neonati decapitati dai miliziani di Hamas. Decapitati, capito? Le teste mozzate, staccate dal collo. I corpicini spezzettati, mutilati, devastati. “Hanno cercato di ricomporli, ma non riuscivano a capire a chi appartenesse cosa”. Bestie.
- E dico"bestie" per un semplice motivo. Noi non siamo quelli secondo cui basta gridare “pace” ad una marcia per pensare di averla davvero. Se il mondo da millenni procede per conflitti, un motivo ci sarà. In un modo o nell’altro è la natura dell’uomo scannarsi per religione, terreni, ideologie. Però ci devono essere dei limiti, anche nella guerra.
- Faccio ricorso alla memoria per ricordare un articolo che scrissi più di un anno fa, poco tempo dopo l’inizio della guerra in. Raccontai le chat dell’orrore in cui russi e ucraini, senza distinzione alcuna, condividevano le immagini e i video dei corpi sbrindellati dei soldati.
- Gli Usa per ora non sembrano in grado di “fermare” Tel Aviv. Per quanto l’Onu e l’Ue stiano invitando Israele ad avere “reazioni proporzionate” (poi mi spiegherete cosa vuol dire) e a non proseguire"l'assedio totale", mi pare che il punto sia tutto nelle dichiarazioni di ieri sera dell’ex direttore dei servizi segreti israeliano: Netanyahu vuole “distruggere” Hamas, anche a costo di rimetterci i suoi ostaggi. Figuratevi se si interessa dei civili palestinesi.
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