ti sorprende nelle parole del suo libro d’esordio. L’ho colta mentre lo leggevo e poi quando l’ho tradotto in italiano. Oggi ho la stessa sensazione durante la nostra chiacchierata via Zoom - lei a Brooklyn, io a Manhattan - separate da non più di sette fermate di metropolitana: in tempi normali ci saremmo incontrate per un caffè. La sua caratteristica più impressionante, dicevo, è quella di non perdere mai di vista la prospettiva dell’altro.
«Penso, guardando la mia neonata, a quanto siamo indifesi e non credo ci sia altro modo per uscirne se non prendendoci cura l’uno dell’altro. Non siamo destinati a vivere chiusi nella sfera domestica. Credo che sia una delle ragioni per cuiè stata così diligente nell’indossare le mascherine, perché qui vedi ancora molte persone per la strada e questo fatto ti ricorda che la tua esistenza non si limita dentro una stanza ermeticamente sigillata.
Vrindavan Katrin Korfmann, autrice di queste immagini, è nata e cresciuta a Berlino ma vive ad Amsterdam dal 1995. Il suo interesse è rivolto alla presenza umana nello spazio pubblico, che diventa quasi una base astratta su cui si muovono, o restano fermi, i corpi.
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