DALL’INVIATO A VENEZIA. Alle 13.51 l’acqua ha incominciato a scendere. La quarta ondata che ha colpito Venezia in una settimana è stata forse la meno violenta. La variabile favorevole è stata l’assenza dello scirocco. In mattinata, un temporale che si era abbattuto sul litorale friulano ha bloccato il fronte di vento che doveva raggiungere Venezia. Così l’acqua è salita, come da previsioni. Ma dal mare ha attraversato la laguna più lentamente, per poi invadere piazza San Marco e le calli senza onde, senza troppa furia.
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È stata raggiunta quota 150 centimetri sopra lo zero marino. Significa che l’acqua arrivava a metà gamba. È un dato statistico mai registrato prima nella storia. Una sequenza senza precedenti: 187 centimetri martedì, 144 centimetri mercoledì, 154 centimetri venerdì, 150 centimetri domenica alla Punta della Salute. Dal 1872 non era mai successo niente del genere.
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I commercianti hanno presidiato tutta la notte i loro negozi. Hanno alzato le paratie e messa al riparo la merce. Le sirene hanno suonato ancora quattro volta alle 8 del mattino: massima allerta. Il sindaco Luigi Brugnaro ha ordinato la chiusura di piazza San Marco. I turisti sono arrivati come sempre, ma forse anche questo è un record: quello dei giorni più vuoti di Venezia.
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Quasi il 50 per cento delle prenotazioni per la prossima settimana sono state cancellate. Molti impianti elettrici della città sono danneggiati. Le pompe per svuotare gli appartamenti sono introvabili: tutte vendute, fino a Mestre. Ad ogni angolo c’è qualcuno che asciuga, pulisce, prova a togliere i segni lasciati dall’ennesima onda di acqua alta. Ognuno a Venezia sta facendo il calcolo di quanto ha perduto. Merci, arredi, pavimenti, cantine, soldi, certo. Ma anche molte certezze.
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