Agricoltura

Isole di Venezia, l’acqua salata distrugge l’agricoltura

Campi coltivati e i frutteti da Le Vignole a Sant’Erasmo devastati dalla piena

di Ilaria Vesentini

2' di lettura

L’acqua alta ha sommerso negozi, abitazioni, chiese e anche campi coltivati, provocando danni ovunque. Coldiretti Veneto – che esprime solidarietà ai veneziani – sta ricevendo le segnalazioni degli agricoltori delle isole della laguna, prima tra tutte quelle in arrivo da Le Vignole, dove l’acqua salata ha invaso i campi coltivati e i frutteti compromettendo il raccolto di verdure di stagione a pieno campo e della frutta con le piante stagnanti nella salsedine. Rovinate anche le attrezzature negli annessi rustici.

Marea senza argini.

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Pressoché inutili si sono rivelate, con i ripetuti eventi di marea eccezionale, le buone prassi agricole perpetuate dagli agricoltori quotidianamente: «L’incuria e la mancata sicurezza hanno compromesso gli argini e le chiuse dei canali di scolo rendendo vano qualsiasi intervento utilizzando un semplice badile», fa sapere l’associazione di categoria. A Sant’Erasmo – l’isola che da sempre è considerata l’orto della laguna per le sue caratteristiche e il microclima favorevole - le raffiche di vento hanno fatto volare le serre mentre a Torcello la Palude della Rosa è dientata una cosa sola con barene e giardini delle proprietà dei pochi residenti.

I danni alla pesca
E poi ci sono le difficoltà dei pescatori della Sacca degli Scardovari le cui cavane, da poco sistemate, i pontili e le imbarcazioni sono andati alla deriva o divelte. L’ondata di maltempo ha colpito un'area vasta fino al Delta del Po, dove ha rovinato gli allevamenti di mitili, il cuore dell'economia ittica. «Ho chiesto ai tecnici regionali del genio civile e di Avepa di accelerare il più possibile la quantificazione dei danni causati dalla marea e dalla tempesta di questi giorni, con particolare riguardo agli allevamenti di mitili distrutti dai sommovimenti della sabbia sui fondali», dice l’assessore regionale alla Pesca Giuseppe Pan che ha verificato quanto avvenuto sulle coste polesane, a Pila, a Scardovari, al largo del delta del Po, e anche lungo il litorale settentrionale del golfo di Venezia, tra Caorle e Grado.

«Cuore dell’economia delle lagune venete e del Delta padano»


«I forti venti e le mareggiate, compresa l’ultima del 15 novembre, infieriscono su un settore già in difficile equilibrio a causa di problemi generati da subsidenza e insabbiamento delle bocche di porto. Purtroppo la violenza dell’acqua e del vento ha compromesso, se non spazzato via, impianti off shore, cavane, reti e imbarcazioni, insomma tutta l‘attrezzatura di lavoro delle cooperative dei pescatori. Ma soprattutto ha determinato la morìa delle colture a mare dei mitili. Appena le condizioni del mare lo permetteranno, i tecnici regionali del Genio civile usciranno a fare le verifica, ma le prime stime parlano già di perdite quantificabili nell'ordine di milioni di euro.
Nei prossimi giorni l’assessore regionale intende incontrare il consorzio delle cooperative ed effettuare un sopralluogo nel delta del Po.
«Oltre alla richiesta di stato di calamità e alla puntuale ricognizione dei danni – conclude Pan – assicuro la massima attenzione al settore, che rappresenta il cuore dell’economia delle lagune venete e del Delta padano».

Venezia allagata, incalcolabili danni e forti proteste
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