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Juventus, da Emre Can a Demiral e Rabiot: anche Sarri ha le sue spine

Adrien Rabiot (ap)
Sfogo di Ronaldo a parte, il tecnico nonostante l'ottimo inizio di stagione dei fare i conti con la scarsa utilizzazione dei due centrocampisti e del difensore turco, giudicati al momento non all'altezza della
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TORINO - Prima in campionato e nel girone di Champions League, unica squadra imbattuta nei maggiori campionati  europei ma, non per questo, senza ombre. La Juventus si gode la sosta per le nazionali, utile per smaltire le scorie fisiche, mentali e per smontare il caso Ronaldo, scoppiato al 55' della sfida con il Milan dopo la sostituzione con Dybala. Il portoghese, attualmente in ritiro con la nazionale portoghese, è apparso sereno e in buona forma nell'allenamento con la selezione lusitana: il tempo lenirà  le  ferite, più interne che esterne, e il confronto che vedrà CR7 faccia a faccia con Sarri al rientro potrebbe essere la pietra tombale sulla questione, almeno dal punto di vista disciplinare. Sono comunque lontani i tempi di Allegri e Bonucci, dello sgabello di Porto e, andando indietro nel tempo, delle questioni che coinvolgevano Pirlo e Conte: l'obiettivo per la società e per Sarri è continuare la marcia fin qui intrapresa, anche a costo di apparire fin troppo generosa e permissiva nei confronti della propria stella. 

I precedenti in stagione

Ronaldo è stato il secondo bianconero accusato di "insubordinazione" dopo il  caso Emre Can, sbottato per due volte dal ritiro della nazionale tedesca: in entrambi i casi la reazione della società non ci fu, almeno ufficialmente, anche se il centrocampista utilizzò i social per chiedere scusa. Un passaggio che manca nella questione Ronaldo, visto che il post pubblicato su Instagram e Twitter dal campione portoghese non può minimamente essere considerato un'ammissione di colpa. Difficile in ogni caso paragonare Ronaldo ad Emre Can, per talento, ingaggio, importanza per gli equilibri della squadra: ma è lampante che, da quando Can esternò tutto il suo  disagio, il campo si è allontanato ulteriormente per il tedesco di origini turche, escluso dalla lista Champions e sorpassato nelle gerarchie da Bentancur. Qualche speranza in più di vedere il campo potrebbe esserci al rientro dalla pausa per le nazionali, visto l'infortunio che terrà fuori per circa 10 giorni Matuidi, fermato da una frattura cartilaginea alla decima costola: spiccioli in ogni caso per un calciatore che, lo scorso anno, sembrava poter diventare una colonna della Juventus del futuro, visto anche l'ingaggio sontuoso elargitogli dal club. 

Mandzukic a parte

Difficile non citare, nell'elenco delle problematiche che affliggono la Juventus, quella di Mario Mandzukic. Il croato si allena a parte ormai da inizio stagione per scelta comune con la società: Sarri ne ha preso atto e a gennaio la società cercherà di piazzare il centravanti possibilmente all'estero. Un vero peccato per i bianconeri, viste le condizioni non ottimali di Ronaldo al momento. Il dado, in ogni caso, è tratto e difficilmente si tornerà indietro, visto anche il carattere dell'ex Bayern e Atletico Madrid.  Se però guardiamo al mercato estivo qualche dubbio non può che emergere: Higuain e  Dybala sono stati offerti a mezza Europa e oggi rappresentano la marcia  in più dei bianconeri. 

Rabiot e Demiral

Altri due casi particolari sono certamente Rabiot e Demiral: il primo viene utilizzato con il contagocce da Sarri, ancora a caccia, secondo il tecnico, dell'ambientamento necessario per esprimersi al meglio. Il secondo è stato  utilizzato una volta soltanto in campionato, contro il Verona, provocando il rigore per fallo su Di Carmine. Un errore che non è passato inosservato  al tecnico, che quando ha avuto la necessità di sostituire de Ligt si è affidato a Daniele Rugani, anche lui mai convincente ma, evidentemente, più pronto del centrale turco. 

Gruppo

Problematiche che non oscurano, in ogni caso, l'ottimo inizio di stagione della Juventus ma che alla lunga potrebbero essere il classico granello di sabbia nell'ingranaggio fino ad ora quasi perfetto. Che si  tratti di questioni disciplinari, che potrebbero minare la solidità fino a oggi straordinaria del gruppo, o di questioni tecniche, che potrebbero invece sovraccaricare il fisico di alcuni interpreti mai a riposo, sono evidentemente da risolvere.
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