10 novembre 2019 - 09:02

Bolivia, Morales denuncia: «Colpo di stato». E convoca nuove elezioni: «Non so se mi candido»

Il presidente parla di «piano di golpe fascista» e chiede aiuto all’Onu e al Papa per riconciliare il Paese. Le unità della polizia si ammutinano, ma il ministro della Difesa esclude un intervento dell’esercito nella crisi

di Silvia Morosi

Bolivia, Morales denuncia: «Colpo di stato». E convoca nuove elezioni: «Non so se mi candido»
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Evo Morales annuncia la convocazione di nuove elezioni presidenziali, dopo il contestato voto del 20 ottobre, dicendo di non sapere se si candiderà: «La mia gestione termina il 22 gennaio 2020. Indire nuove elezioni — però — significa mettere fine a qualsiasi mobilitazione, e che si sospendano gli scioperi ed i blocchi». Il presidente boliviano aveva denunciato sabato notte, di fronte alla comunità internazionale e al popolo boliviano, che «il piano di golpe fascista in corso esegue atti violenti con gruppi irregolari che hanno incendiato la casa dei governatori di Chuquisaca ed Oruro» e quella di «mia sorella». Sempre via Twitter, Morales ha anche condannato l’attacco come «codardo e selvaggio», «nello stile delle dittature militari». Il capo dello Stato ha rivelato che «gruppi organizzati» hanno preso il controllo dei media statali Bolivia Tv (Btv) e Red Patria Nueva (Rpn). «Dopo aver minacciato e intimorito i giornalisti — ha concluso — li hanno obbligati ad abbandonare le loro fonti di lavoro».

Le tensioni dopo le elezioni

In una Bolivia attraversata da forti tensioni dopo le elezioni del 20 ottobre scorso, quando Morales ha ottenuto una vittoria contestata dall’opposizione, sabato il presidente aveva convocato i partiti politici rappresentati in Parlamento per aprire un dialogo volto a disinnescare una crisi che «si configura come un tentativo di colpo di stato». Aveva rivolto, contemporaneamente, un invito ad accompagnare questo dialogo «a organismi internazionali, all’Onu all’Osa (l'Organizzazione degli Stati americani, ndr), a Paesi di diverse parti del mondo e alle chiese», chiedendo aiuto anche al Papa perché «accompagni» questo tentativo di conciliazione. Intanto, però, nel fine settimane altre unità della polizia boliviana si sono ammutinate a Cochabamba e in altri dipartimenti del Paese, tra cui Chuquisaca, Tarija, Santa Cruz, Potosí e Oruro. Il ministro della Difesa, Javier Zavaleta, ha escluso un intervento dell’esercito in questa crisi.

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