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Pd, cambia lo statuto: per eleggere il segretario le primarie diventano un ballottaggio

Ritoccatti o riscritti la metà dei 47 articoli della "carta" dei dem. Tra le novità: la parità di genere negli organismi dirigenti, una piattaforma deliberativa online e l'assemblea dei sindaci. Metà dell'assemblea nazionale sarà composta da esponenti dei territori e il segretario non sarà automaticamente il candidato premier

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E per eleggere il segretario il Pd si affida al ballottaggio. Non saranno più tre ma solo due i candidati democratici mandati alle primarie dei gazebo. Cambiamento appena vidimato dalla Commissione Statuto presieduta da Maurizio Martina, che ha concluso il suo lavoro e aspetta l'Assemblea nazionale del partito, domenica 17, per il via libera definitivo alle nuove regole che puntano a rilanciare il Pd.

Quindi per l'elezione del segretario funziona così: gli iscritti nei circoli votano i candidati alla leadership nazionale, ma devono selezionare i primi due. Saranno loro ad andare alle primarie aperte a tutti gli elettori e trasformate in un ballottaggio. Scompare lo spauracchio di ritrovarsi un segretario uscito dai gazebo che però non avendo raggiunto il 50% più uno, possa essere rimesso in discussione nell'Assemblea nazionale, a cui spetta ratificare ogni risultato. Il ballottaggio appena introdotto taglia la testa al toro.

Ma è un restyling  in grande stile quello che è stato fatto e che ora è nelle mani dei circoli per eventuali limature. Ritoccati o riscritti metà dei 47 articoli dello Statuto del Pd, a cominciare da quello che distingue la figura del segretario dal candidato premier: non sarà più automaticamente il segretario a essere designato dai Dem per Palazzo Chigi. L'ultima formulazione però (articolo 3) recita: al segretario nazionale spetta la leadership elettorale ed istituzionale e sarà quindi lui ad avanzare la proposta di un diverso candidato all'incarico di presidente del Consiglio. Non solo. Se il Pd si presenta in coalizione, le primarie per scegliere chi far correre per Palazzo Chigi possono prevedere più di un candidato dem. Accadde già nel 2012, quando Pierluigi Bersani aprì a una competizione con Matteo Renzi per individuare il leader della coalizione di centrosinistra. Ora è una regola fissata.

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Tra le novità (articolo 1) "la piattaforma deliberativa online". Per rifare il verso ai meet-up grillini?  "Per l'analisi, il confronto, l'informazione, la partecipazione e la decisione ovvero per la fase della discussione e del dialogo che precede e accompagna le decisione assunte poi dagli organi rappresentativi e di direzione del partito". La piattaforma è per gli iscritti ma anche per gli elettori.

Poi c'è la scommessa di un più forte radicamento sul territorio. La stessa Direzione nazionale sarà per metà - 60 su 120 - composta da delegazioni delle regioni e no solo dalle liste nazionali del congresso come oggi. Nell'Assemblea nazionale, che è una sorta di "parlamentino" del partito, entrano di diritto tutti i sindaci dem dei comuni capoluogo di provincia e i segretari provinciali. Per i congressi tempi più rapidi.

Nascono i "punti Pd", che possono essere anche circoli online costituiti "con l'adesione di almeno dieci iscritti ovvero da almeno 3 persone espressione del medesimo luogo di residenza, studio o di lavoro per i Punti Pd". (articolo 14). Ci sarà un'assemblea dei sindaci il cui coordinatore sarà Giorgio Gori, il sindaco di Bergamo. Nasce la Fondazione del Pd presieduta da Gianni Cuperlo. Nei seggi delle primarie si raccolgono i dati dei partecipanti esclusivamente per via informatica per avere immediatamente l'Albo degli elettori democratici certificato. E' ritenuta una novità importante dopo le infinite polemiche ai gazebo e gli scambi di accuse di irregolarità. Tre le nuove norme anche la parità donne/uomini negli organismi del Pd. 
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