LONDRA. Si è dimesso Tom Watson, l’unico vero oppositore di Jeremy Corbyn nel partito laburista britannico, nel quale svolgeva il ruolo di vice segretario. Per i moderati che temono che ora la politica del partito si orienti ancora più a sinistra non è una buona notizia. Corbyn adesso governa da solo, circondato da fedelissimi, indeciso a tutto come sempre, e privo di buoni consiglieri che gli dicano la verità.

Watson, parlamentare da 18 anni, ha precisato che le sue dimissioni sono «personali, non politiche». È vero, ha molti interessi e una vita felice, e già avrebbe voluto ritirarsi dalla politica nel 2010. Ma non c’è dubbio che all’origine delle dimissioni ci sia la progressiva emarginazione, sistematicamente favorita dai fedelissimi di Corbyn fino a una tentata estromissione nel settembre scorso. Watson era rimasto uno dei pochi a denunciare l’antisemitismo nel partito, per il quale già molti altri esponenti laburisti si sono dimessi. Era anche favorevole al remain e a un nuovo referendum sulla Brexit, un tema sul quale il leader laburista cambia idea di continuo.

Nel dare la notizia delle dimissioni, il sito web Times of Israel ha scritto che con Watson lascia il Parlamento un importante membro del Labour Friends of Israel, il gruppo nato per favorire stretti legami tra i laburisti britannici e quelli di Israele. Il sito ricorda anche le prese di posizione di Corbyn a favore di Hamas e di Hezbollah, e la sua presenza a una cerimonia in onore dei terroristi che uccisero i componenti la squadra olimpica israeliana alle Olimpiadi di Monaco del 1972. Secondo un recente sondaggio, il 40% degli ebrei che vivono in Gran Bretagna si è detto deciso a lasciare il paese se Corbyn vincerà le elezioni del 12 dicembre, cosa improbabile ma non impossibile.

Nei 18 anni passati in Parlamento, Watson è stato protagonista di molte battaglie, interne ed esterne al partito. È stato il primo a chiedere a Tony Blair di dimettersi e ha appoggiato Gordon Brown nella successione. Ha partecipato attivamente all’indagine sulle intercettazioni telefoniche illegali praticate in alcuni giornali del gruppo di Rupert Murdoch, culminata con la chiusura del settimanale scandalistico News of The World. Era stato proprio Watson a interrogare e a mettere in difficoltà Murdoch per conto della Commissione parlamentare sulle intercettazioni.

Attivissimo in ogni causa che valesse la pena di essere combattuta, Watson era stato protagonista nel 2012 anche di una clamorosa denuncia su una rete di pedofili composta da personaggi di primissimo piano, che coinvolgeva persino il parlamento, i vertici dell’esercito, Downing Street e i servizi segreti. Theresa May era stata costretta a nominare una commissione d’inchiesta che è ancora al lavoro e che è costata finora 200 milioni di sterline. La polizia aveva perquisito le abitazioni e gli uffici di molti vip, che hanno usato tutta la loro influenza per sostenere la loro estraneità ai fatti. Il testimone di Watson è stato poi screditato e accusato di avere detto il falso. I giornali conservatori scrissero che Watson aveva perso tutta la sua credibilità. Ma chissà, vedremo.

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