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ITALIA

La crisi

Ex Ilva, bocche cucite dopo il vertice con il governo. ArcelorMittal tira dritto

Prevista una conferenza stampa in serata dopo il Cdm. ArcelorMittal, nel frattempo, invia ai sindacati comunicazione formale dell'avvio della "retrocessione dei rami d'azienda". Boccia (Confindustria): "Il problema è chi paga tutti i lavoratori. C'è qualcuno in questo paese che prescinde dalle risorse"

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E' terminato intorno alla 22 a palazzo Chigi il Consiglio dei ministri. Il Cdm, iniziato alle 18.30, è stato preceduto da un lungo vertice per fare il punto sulla vicenda ex Ilva. Ora è attesa una conferenza stampa sul tema delle acciaierie.

Al tavolo, durato circa tre ore e mezza, con il premier Giuseppe Conte, il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, il ministro del Sud Giuseppe Provenzano, il ministro della Salute Roberto Speranza, il ministro dell'Agricoltura Teresa Bellanova, il sottosegretario alla Presidenza Mario Turco. Per ArcelorMittal invece siedevano Lakshmi Mittal e Aditya Mittal, Ceo e Cfo della multinazionale.

ArcelorMittal tira dritto
Ma mentre a Palazzo Chigi era in corso il vertice, ArcelorMittal ha fatto un altro passo avanti nella procedura di cessione dello stabilimento ex Ilva. Le organizzazioni sindacali si sono viste recapitare una comunicazione formale in merito alla "retrocessione dei rami di azienda unitamente al trasferimento dei relativi dipendenti". Nella tabella allegata al documento si precisa che il provvedimento riguarda una forza lavorio che al 31 ottobre ammontava a 10.351 dipendenti.

Sindacati in agitazione: sciopero dalle 15 di oggi e per 24 ore
La Fim Cisl di Taranto-Brindisi ha quindi proclamato uno sciopero a partire dalle 15 di questo pomeriggio, per consentire  la messa in sicurezza degli impianti, e per 24 ore fino a domani alla  stessa ora.

Fiom Cgil e Uilm hanno proclamato uno sciopero di 24 ore per l'8 novembre, otto ore per turno, sia in ArcelorMittal che nell'indotto. Lo sciopero dell'8 novembre è
solo delle due sindacali che oggi si sono dissociate dallo sciopero indetto dalle 15, e in corso per 24 ore, dalla Fim Cisl contro la lettera di riconsegna del personale all'amministrazione straordinaria Ilva da parte di ArcelorMittal.

La comunicazione dell'attivazione della procedura era stata fatta dall'amministratore delegato di Arcelor Mittal Italia ieri pomeriggio a Taranto alle organizzazioni sindacali, confermando in  pratica la lettera dell'altro ieri in cui si annunciava la recessione  dal contratto per la gestione del siderurgico jonico. "Riteniamo grave tale atteggiamento che la stessa multinazionale ha  adottato - scrive la Fim Cisl in una nota -  in quanto riconsegna gli  impianti e i lavoratori agli amministratori straordinari, ancor prima  di incontrare il governo". Un comportamento che la Fim Cisl, la  segreteria e le rsu, definiscono "inaccettabile". "Rimane inteso che  la stessa mobilitazione - precisa la Fim Cisl - è un primo segnale in  merito a quanto accaduto non escludendo ulteriori iniziative".

E l'azienda dispone la 'comandata' per 80 operai
​ArcelorMittal ha inoltre comunicato alla Fim Cisl e ai lavoratori interessati di aver disposto per un'ottantina di operai la 'comandata' sugli impianti dei reparti Acciaieria e Gestione Rottami Ferrosi in occasione dello sciopero di 24 ore proclamato dall'organizzazione sindacale, iniziato oggi alle 15. La società spiega di dover ricorrere alla comandata (che in base agli accordi sindacali è un obbligo per i lavoratori interessati) "in ragione dei danni strutturali provocati in occasione dello sciopero del 10 luglio scorso che hanno determinato la rottamazione di 7 carri siluro".

Per questo l'azienda ravvisa la necessità "di evitare o ridurre il rischio del ripetersi di quanto innanzi, a tutela delle persone, dell'ambiente e della stessa possibilità per il sito produttivo di riprendere lamarcia al temine dell'astensione". Ribadisce la "necessità del completamento del ciclo di colaggio siviere necessario per la messa in sicurezza dell'impianto di Acciaieria, ivi compreso lo svuotamento del carri siluro, da effettuarsi in tempo utile a evitare danni strutturali ed irreversibili".   A tale scopo, dispone le "comandate" per le aree di Acciaieria e Gestione Rottami Ferrosi. L'azienda precisa inoltre che "le caratteristiche impiantistiche del sito di Taranto, in assenza degli indispensabili presidi di sicurezza la cui attuazione costituisce obbligo inderogabile di chi proclama lo sciopero, e di chi lo subisce, espongono il personale addetto alle lavorazioni, nonché le strutture produttive, al rischio di danni incompatibili con il diritto alla salute e all'esercizio dell'attività economica".

Ma i lavoratori fanno muro: alta adesione allo sciopero, bloccata l'acciaieria 1
Ma lo sciopero "sta avendo un'alta adesione", fa sapere la Fim Cisl con una nota nella quale si sottolinea che è bloccata l'acciaieria 1. "C'è un'alta l'adesione in tutto l'impianto - si legge - è blocco totale dell'acciaieria 1 che sta creando forti disagi a tutto l'impianto siderurgico. E' attiva una sola colata su cinque. L'azienda ha tentato di precettare i lavoratori per la messa in sicurezza dell'impianto non trovando riscontro. L'acciaieria 1 va verso il blocco totale con gravi conseguenze non solo in termini di produzione. Lo sciopero continua fino alle 15 di domani in cui è previsto il blocco della portineria C con relativo blocco dei camion".

Genova si associa
Alla mobilitazione degli operai di Taranto si associa Genova, con una grande manifestazione cittadina, sulla scia di quella organizzata nel maggio 2011 che aveva portato in piazza quasi diecimila persone a difesa - in quel caso - di Fincantieri e di 3.000 posti di lavoro. E' quanto emerso dal tavolo che si è svolto stamane in Regione Liguria. La data ancora non è stata fissata, potrebbe essere lunedì 11 novembre, ma molto dipenderà dall'esito delle riunioni che si stanno svolgendo a Roma. A Genova sono 1.016 i lavoratori assunti da ArcelorMittal mentre 280 sono rimasti in cassa integrazione in Ilva in amministrazione straordinaria. "Le istituzioni sono al fianco di ogni iniziativa che i sindacati vorranno prendere, a tutela dell'occupazione di un settore strategico come l'acciaio", ha detto il governatore ligure Giovanni Toti, parlando alla stampa al termine del tavolo.

Michele Emiliano, direttamente coinvolto in quanto governatore della Puglia, si dice convinto che "Arcelor Mittal ha realizzato il suo compito, ha chiuso questa vertenza, ha impedito che la fabbrica diventasse efficiente". "I Riva e Mittal- . ha detto intervistato a 24Mattino su Radio24- erano in continua lotta come Juventus e Inter. E adesso è come se l'Inter si fosse comprata la Juventus, l'ha distrutta e non vogliono che nessuno la rimetta in piedi".

Boccia (Confindustria): "La politica abbia il senso del limite e risolva"
"Spero ci sia spazio per una soluzione e che la politica abbia il senso del limite, che a volte si supera e poi gli effetti purtroppo arrivano". Così il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, a margine del convegno 'Modernità, impresa, lavoro'. "E' una responsabilità della politica, adesso la politica risolva le questioni che ha determinato", dice Boccia.

"Il problema è chi paga tutti i lavoratori"
Una cordata per salvare l'ex Ilva? "Non so quando la si possa trovare e chi paga tutti questi lavoratori: ricordo che non c'è solo Taranto, ma tanti stabilimenti in Italia" ha aggiunto Boccia. "Il problema è chi paga, c'è qualcuno in questo paese che prescinde dalle risorse, a meno che non voglia battere moneta e pagare direttamente da solo".