BASKET

Milano domina il derby con gli italiani. Virtus espugna Reggio

L’Olimpia regola Varese nella quinta vittoria in dieci giorni: protagonisti Moraschini e Cinciarini. La capolista bolognese passa nel derby al PalaBigi controllando dal primo minuto: 59-79. Pistoia batte Trieste, Treviso ok con Pesaro, Brescia passa sul campo della Fortitudo.

Andrea Cinciarini, 33 anni, play di Milano IPP

Settima giornata di Serie A avviata con l’anticipo del sabato che ha visto Sassari dominare Roma e con la partita delle 12 vinta in volata da Brindisi su Venezia. Nel pomeriggio tengono banco due derby regionali: la capolista Virtus Bologna è sul campo di Reggio Emilia, mentre al Forum è in programma la grande classica Milano-Varese.

REGGIO EMILIA-VIRTUS BOLOGNA 59-79
Incontenibile la capolista Virtus Bologna che sbanca il PalaBigi di Reggio Emilia e resta imbattuta, infilando la settima vittoria consecutiva in campionato. Sugli scudi Gaines (16 punti) Ricci (12 con 4/6 da 3) e Weems (10 punti e 8 rimbalzi) mentre alla Grissin Bon non basta Johnson-Odom (20 punti). Bologna parte fortissimo e grazie ad un’ottima circolazione di palla riesce ad armare il braccio di Gaines che porta i suoi sul +9 (7-16 al 6’). Reggio limita i danni con Owens e chiude il primo quarto in scia (15-21). La Virtus prova a scappare via con il solito Gaines e con una tripla di Ricci arriva al massimo vantaggio (24-37 al 17’). Johnson-Odom scuote la Grissin Bon e all’intervallo il punteggio recita 40-31 per le V-Nere. Non un brutto affare per i padroni di casa che a referto hanno l’11% da tre (1/9) contro il 46% avversario (4/7). Reggio torna in campo determinata e sfrutta la vena di Johnson-Odom arrivando al -7 (40-47 al 26’) ma qui Bologna riapre il gas e con Weems e Ricci riscrive il massimo vantaggio (40-56 al 28’). Nell’ultimo quarto Buscaglia tenta anche la carta della zona 2-3, ma la sostanza non cambia: la Virtus è più fisica, più cinica e, banalizzando, semplicemente più forte di Reggio. Djordjevic amministra il vantaggio con i suoi uomini d’ordine (44-62 al 32’) e grazie all’esperienza di Teodosic arriva al traguardo senza patemi, tenendo la Grissin Bon sempre a debita distanza.

Reggio Emilia: Johnson-Odom 20, Mekel 12.

Bologna: Gaines e Hunter 16, Ricci 12, Delia e Weems 10.

Quinta vittoria in dieci giorni per Milano che chiude il tour de force campionato-Eurolega nel migliore dei modi, mandando un messaggio chiaro anche sul fronte interno. Varese non riesce a trovare soluzione allo strapotere Olimpia finendo subito all’angolo. Ettore Messina incassa così i segnali che voleva, rispolverando pure la batteria italiana, protagonista assoluta del derby numero 179. Varese parte in folle (0/7) e Milano non perdona. Il 10-2 timbrato Moraschini, uno dei migliori, costringe Caja al timeout. Il successivo 4/5, ispirato da Vene, illude l’Openjobmetis di poter raddrizzare la mira ed invece il 30% alla prima sirena, segnato dall’orrido 2/12 dall’arco, pare già una sentenza. L’Olimpia infatti guida sicura, senza Tarczewski, Roll e White, ma con quintetti sempre performanti. Non cala mai l’Ax, sfruttando pure la colonia italiana, mai così brillante. Moraschini su tutti (13 punti all’intervallo), ma anche Della Valle, Biligha e il passaportato Brooks. Tant’è che Messina infila pure Cinciarini in regia e col quintetto autoctono tocca il massimo vantaggio proprio sulla seconda sirena 46-30, mentre Varese langue col suo 29% al tiro. Ci prova, Caja, ad arginare l’onda altrui con la zona, ma Milano non è in vena di regali. La palla circola a meraviglia e così c’è sempre l’uomo libero per colpire. La triple di Moraschino, Rodriguez e Micov scavano il +22 che poi diventa +29 (74-45) a una manciata di secondi dalla fine della terza sirena. L’Olimpia tocca anche il +31 (78-47), con Cinciarini, a suggellare un successo mai in discussione.

Milano: Moraschini 17, Cinciarini 11, Brooks e Nedovic 10.

Varese: Clark 14, Peak 13, Vene 12.

PISTOIA-TRIESTE 76-72
Una inattesa reazione della Oriora nella ripresa porta ad una rimonta caparbia, che consente di sbloccarsi in questa stagione. La vittoria davanti al pubblico amico mancava sul campo da ben 10 mesi… Salumu, oggetto misterioso nella prima parte, mette in campo una determinazione ancora non sfoggiata ma soprattutto un 4/5 dall’arco dei 6,75 che sposta l’ago della bilancia. Gli uomini di Dalmasson devono recitare il mea culpa per l’occasione sprecata, forse un po’ narcisisti tra schiacciate e belle giocate, perdendo di vista la consistenza. I giuliani erano partiti in controllo del match, già al 3’ la tripla di Fernandez, accompagnata da fallo, proietta gli ospiti su 3-6. Pistoia resta incollata ma sempre a rincorrere, Peric martella, ma ad inizio del secondo quarto irrompe la fisicità di Derek Cooke, poi si alternano Elmore e Justice per non far notare la serata abulicamente offensiva di DeQuan Jones. La Oriora non riesce a graffiare in difesa, Carrea ordina anche la zona ma gli effetti sono impalpabili. Al 15’ diventano 9 le lunghezze di differenza, sul 20-29. Wheatle, con tiro libero addizionale, riporta i toscani sul 30-34 (parziale 7-2) ma c’è ancora il tempo per beccare la schiacciata poco prima della pausa di Mitchell. Dopo appena 1’41” Carrea è costretto a richiamare i suoi, sul 32-42. Evidentemente dà la scossa giusta e con un break di 17-4, ispirato da due tiri pesanti di Salumu, i pistoiesi mettono il naso avanti con un battagliero Wheatle, al 27’ (49-46). Questo però risveglia Trieste, prima Jones dà 3 poi Elmore ristabiliscono le distanze sul 49-55. Da 3 ci mettono il pepe D’Ercole e Landi (2 volte) ed al 35’ capisce che può portarla a casa, dalla lunetta la Oriora non tradisce ed il tecnico a Mitchell è l’ultimo sussulto di una Trieste che si scioglie come neve al sole. Pistoia prende il comando e non lo lascia. (Filippo Laico)

Pistoia: Salumu 21, Dowdell e Wheatle 11.

Trieste: Jones, Peric e Mitchell 12.

L’effetto Palaverde non tradisce la De’ Longhi, che centra la terza vittoria casalinga di fila e mette sei punti di distanza nei confronti di Pesaro, diretta rivale per la salvezza. Non è tutto facile per Treviso, che parte contratta e subisce una Carpegna molto più tosta di quella vista nelle recenti uscite. Trascinati da Chapman (30 punti e 12/15 dal campo) i marchigiani allungano subito a +13, ma è un vantaggio illusorio: nel secondo quarto la squadra di coach Menetti rientra, poi fa suo il match nella ripresa. In avvio Treviso è nervosa: sa che deve vincere e non gliene va bene una. Pesaro è molto più sciolta e determinata: una tripla, un paio di contropiedi e due giochi da tre punti valgono già un importante vantaggio dopo pochi minuti (6-17). Chapman non sbaglia nulla (6 punti con 3/3) e e Barford è preciso dalla lunghissima, mentre gli Usa trevigiani faticano terribilmente ad entrare in partita: il 16-27 del primo quarto è la perfetta fotografia di quanto visto in campo. A svegliare Treviso ci pensa l’energia di Nikolic, visto che Logan non ne mette una (0/4 dalla lunga). La difesa veneta ora è molto più attenta, le percentuali pesaresi crollano: con un gioco da tre punti lo sloveno firma il sorpasso ad un paio di minuti dal riposo lungo (33-31, parziale di 17-4). Se Pesaro resta in partita (40-39 al 20’), è grazie a otto punti di fila di un Chapman perfetto. Il break è soltanto rimandato, e arriva nel terzo parziale: la De’ Longhi apre con un 8-0, rallenta un attimo di fronte alla zona di coach Perego e torna a spingere, toccando il +13 al 26’ (59-46). La Carpegna però non molla: limita i danni a fine terzo quarto (64-57) e mantiene lo svantaggio sotto la doppia cifra, nella speranza di colmare il gap. L’aggancio però non arriva mai, Nikolic la chiude dalla lunetta con una trentina di secondi da giocare: Pesaro raccoglie il sesto k.o. di fila e – con la vittoria di Pistoia – resta da sola in coda a quota zero.

Treviso: Tessitori 18, Fotu 17, Nikolic14, Cooke 10

Pesaro: Chapman 30, Barford 20, Thomas 9

Brescia passa al PalaDozza, il fortino finora inespugnabile della Fortitudo. È il colpo di coach Esposito, il grande ex di turno, e del play Laquintana, infallibile al tiro (5/5 in azione, 4/4 ai liberi), al quale fanno da sponda gli Usa Horton e Lansdowne che nell’ultimo quarto fatturano il 10-0 per la fuga decisiva sul +13 (65-78) esterno. Dopo il successo in Eurocup a Nanterre, la Germani conferma di avere trovato continuità anche lontano da Brescia. Bologna cade in piedi scoprendo che la squadra, per la prima volta al completo in questa stagione, manca di una seconda punta designata accanto ad Aradori, l’unico a reggere in attacco. Il ritorno di Sims e il recupero di Leunen non fanno paura alla Leonessa che detta il ritmo con Vitali e punge con gli esterni. Grande equilibrio nei primi due quarti, poi nella ripresa la Germani prende in mano l’inerzia. Il primo strappo arriva a fine terzo quarto sul +8 degli ospiti che allungano nel parziale conclusivo quando la Fortitudo va all’assalto all’arma bianca senza idee. Le triple di Lansdowne e Horton chiudono il conto. Per Esposito è la vittoria perfetta, per il collega Martino un k.o. su cui riflettere

F. Bologna: Aradori 22, Mancinelli e Robertson 11

Brescia: Lansdowne 18, Laquintana 15, Horton 14

Cremona inguardabile, Cantù in versione Avengers. I brianzoli riparano la brutta sconfitta casalinga contro Sassari e travolgono la Vanoli al Palaradi con un secco 54-78. Una vittoria che sa di… vendetta, appunto, per Cesare Pancotto, tornato a Cremona tre anni dopo l’ultima volta e l’esonero nel dicembre 2016, a pochi mesi dal trofeo di miglior allenatore della stagione precedente. Sacchetti, oltre alla seconda sconfitta di fila e alla quarta in campionato, perde nuovamente Travis Diener per stiramento. Tiby definitivamente bocciato dal c.t. della Nazionale. L’americano verrà tagliato per far spazio al connazionale Ethan Happ in arrivo dal Panathinaikos: salvo sorprese, dovrebbe essere annunciato già domani. Cantù parte subito ad alti giri, con una fisicità sotto canestro decisamente superiore a quella di Cremona. Akele appare troppo leggero come ala forte, Sobin poco dinamico e con una marcia in meno rispetto all’atletismo canturino. E infatti la squadra ospite è già a +10 dopo 3’. Clark, Hayes e Wilson, insieme già 25 punti solo nel primo quarto, firmano il +15. Nel secondo quarto Sacchetti ripropone Tiby in campo, ma al primo tentativo viene stoppato. Diener prova a svegliare i suoi con due triple dall’angolo consecutive. La reazione c’è: 8-0 di parziale, difesa più compatta che fa innervosire anche Cantù: complice un fallo antisportivo a Clark, i padroni di casa recuperano portandosi sul 30-38. Partita riaperta? Mica tanto, 33-49 e squadre a riposo. Riparte con più determinazione la Vanoli, nella ripresa. Non che ci volesse molto in realtà. 6-0, nuovo parziale: 39-49 dopo meno di 3’ e stavolta è Pancotto che chiama timeout. Cantù fa il pieno di energie e ritrova immediatamente voglia e carica. Il terzo quarto si chiude 47-58. Dalla Vanoli arrivano timidi segnali di ripresa, ma Sacchetti scopre di avere la coperta corta: Tiby non si rivede più, anche Matthews in pratica è sparito. Palmi appare per la prima volta nel finale di terzo quarto e rompe il ghiaccio negli ultimi dieci minuti con un piazzato. Ma Young risponde con una tripla. La tegola peggiore arriva però dopo 1’30: l’infortunio di Diener, che Sacchetti aveva appena recuperato dopo il riposo precauzionale contro Venezia. Il capitano esce tra gli applausi. Ma è un colpo troppo duro per i compagni, ormai incapaci di rimettersi in partita.

Cremona: Saunders 15, Sobin 10.

Cantù: Wilson 21, Clark 13, Young 11.

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