3 novembre 2019 - 08:27

Ospedaletto Lodigiano, la gaffe del sindaco del Pd: «C’è il duce sui manifesti della festa del 4 novembre»

«Voleva essere una testimonianza storica: nessuna apologia, sono nato antifascista». La giustificazione di Eugenio Ferioli, già sindaco Pd per due mandati e conosciuto come moderato, investito da un’ondata di proteste, chiamate di questura e prefetto

di Francesco Gastaldi

Ospedaletto Lodigiano, la gaffe del sindaco del Pd: «C'è il duce sui manifesti della festa del 4 novembre» Il volto del duce sui manifesti
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Quando ha visto uno dei suoi manifesti dei caduti strappato in corrispondenza della foto del Duce, ha capito che qualcosa non andava. Poi il sindaco Eugenio Ferioli è stato investito da telefonate di protesta, epiteti social, chiamate di questura e prefetto. Il motivo: quella foto di Mussolini sparsa per il paese per un’iniziativa promossa non da un gruppo di nostalgici, ma dal Comune. Si attende un 4 Novembre movimentato a Ospedaletto Lodigiano, paese della Bassa investito da una violenta polemica sui manifesti celebrativi per la giornata dell’Unità Nazionale, che riprendono una vecchia stampa del 1937 con le foto della leva del ’15-’18 e in bella vista una foto di Mussolini. E i caratteri tipici dello stile littorio del Ventennio.

Reduci e antifascisti hanno fatto un salto. La faccia del duce su un manifesto del 4 Novembre stona, specie in una settimana in cui tra Commissione Segre e «questione Dresda» l’antifascismo è tornato ad occupare l’agenda politica. Gli irriducibili della sinistra hanno gridato allo scandalo e sezioni locali del Pd hanno segnalato il fatto alla segreteria, perché la lista «Cittadini & territorio» che amministra il paese è pur sempre d’ispirazione centrista anche se civica «pura». Che c’entra dunque il duce con l’Unità Nazionale? Il foglio affisso tre giorni fa è stato ripescato da un magazzino dal presidente dell’Associazione locale Combattenti e Reduci. Una vecchia immagine che riporta tutti i volti dei caduti di Ospedaletto nella Grande Guerra.

Il sindaco Eugenio Ferioli, ex Dc oggi senza tessere, ha pensato di scannerizzare la foto ritoccando le parti ingiallite, e di riproporla come manifesto celebrativo per il 4 Novembre in quindici copie. «Voleva essere un omaggio ai cittadini — spiega —, una testimonianza storica inedita per il paese». Ma per quanto storici, i reperti di epoca fascista vanno maneggiati con cura. Infatti è nato un putiferio. C’è chi ha gridato all’apologia. Chi ha strappato i manifesti all’altezza del mezzobusto di Mussolini in orbace e fez. «Ma quale apologia — ribatte Ferioli, già sindaco per due mandati e conosciuto come moderato —, io sono nato e cresciuto antifascista: chi mi conosce sa benissimo che cosa penso di Mussolini: un manipolatore e una sciagura per il Paese». «È un manifesto tipico del Ventennio — aggiunge Roberto Grazzini, presidente della Combattenti e Reduci di Ospedaletto — quindi fatto dai fascisti. Ma è anche l’unico documento storico sui nostri caduti. Un collega di una sezione vicina mi ha detto che è stata una vergogna pubblicarlo. Ma per me la polemica non esiste».
«È stata una leggerezza — riconosce Roberta Vallacchi, coordinatrice provinciale del Pd — però non doveva accadere. La prossima volta stiano più attenti, ma il caso per me è chiuso». Lo è anche per il prefetto Marcello Cardona che ieri ha chiamato Ferioli per capire se dietro l’iniziativa non ci fossero significati politici. «Ho garantito al prefetto — promette il sindaco — che oggi al corteo per il 4 Novembre prenderò la parola per scusarmi con il paese per quanto accaduto. Sperando di chiudere la polemica». Poi il manifesto contestato tornerà in magazzino.

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