31 ottobre 2019 - 11:47

Marco Carta è stato assolto dall’accusa del furto di magliette. «Non ha commesso il fatto»

Il cantante era accusato del furto di sei t-shirt del valore di 1.200 euro nel maggio scorso alla Rinascente di Milano. La reazione dell’artista in lacrime al telefono: «Grazie!»

di Giuseppe Guastella

Marco Carta è stato assolto dall'accusa del furto di magliette. «Non ha commesso il fatto»
shadow

Il cantante Marco Carta è stato assolto dall’accusa di aver rubato sei magliette del valore di 1.200 euro lo scorso 31 maggio alla Rinascente di Milano. La sentenza è arrivata dopo due ore di camera di consiglio: per il giudice «Il cantante non ha commesso il fatto». L’ex vincitore di Amici e di Sanremo non era presente in aula davanti al giudice di Milano Stefano Caramellino della sesta penale, dove giovedì mattina sono stati proiettati i video delle telecamere di sorveglianza del grande magazzino. Il pm aveva chiesto per Marco Carta una condanna a otto mesi di carcere e 400 euro di multa . «Carta ha sempre dichiarato la sua innocenza - ha detto l’avvocato Simone Ciro Giordano, uno dei due legali dell’artista 34enne - . E per noi la vicenda finisce qui. Forse però ci rivedremo in Appello, ma deve essere chiaro che Carta non poteva essere consapevole di ciò che aveva fatto la signora». Immediatamente dopo le dichiarazioni ai giornalisti il legale ha chiamato Carta al telefono e gli ha detto: «Marco sei stato assolto. Ok?». E la risposta del cantante è stata: «Oddio, grazie!». Dopodiché ha chiuso il telefono commosso in lacrime. «Ho sentito il mio assistito al telefono - ha aggiunto poi l’altro legale di Carta, Massimiliano Annetta - e la sua risposta è stata: “Per me è finito un incubo”. Gli effetti di questi processi su una persona nota sono devastanti». Nel processo la Rinascente non si era costituita parte civile.

La scorsa udienza era stato stralciato il procedimento a carico di Fabiana Muscas, l’infermiera 53enne che quella sera fu arrestata insieme a Carta (per lei l’arresto fu convalidato, per il cantante no). La donna, assistita dal legale Giuseppe Castellano, ha chiesto di essere ammessa all’istituto della messa alla prova, ovvero di potere svolgere lavori di pubblica utilità in un’associazione che si occupa di donne vittime della tratta della prostituzione a Cagliari e il giudice deciderà se accogliere la richiesta nell’udienza del 17 dicembre. Questa mattina i difensori di Carta hanno continuato a sostenere che, dalla proiezione dei video in aula, risulterebbe «tutto quello che è stato detto dalla difesa, ovvero che la signora (Fabiana Muscas, ndr) è entrata nel camerino più di una volta, che non c’è la prova che sia stato Carta a entrare nel bagno a lasciare gli antitaccheggio che sono stati poi ritrovati lì, anche perché dalle immagini emerge che quella massa di antitaccheggio non potesse essere occultate nelle tasche di una persona che porta i jeans aderenti e che di statura non grossa tale da potere occultare il tutto».

Marco Carta, la sua storia: dalla vittoria ad «Amici» al coming out in diretta
L'arresto per furto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT