29 ottobre 2019 - 15:44

Omicidio Roma, la famiglia di Luca «Sbagliato crocifiggere Anastasiya»

Il legale dei Sacchi: «È azzardato dire che sia un mostro». Chi indaga ha rinviato l’incontro con la 25enne ucraina in attesa che vengano completati alcuni accertamenti. Verifiche sui tabulati telefonici

di Fulvio Fiano e Rinaldo Frignani

Luca e Anastasiya (Proto) Luca e Anastasiya (Proto)
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Slitta l’interrogatorio più atteso nella vicenda dell’omicidio di Luca Sacchi all’Appio Latino. La fidanzata Anastasiya non è stata interrogata come previsto dai pm che indagano su quello che appare sempre di più un regolamento di conti per droga nel quale nella tarda serata di mercoledì scorso il 24enne personal trainer ha perso la vita,colpito a morte da un proiettile esploso da distanza ravvicinata da Valerio Del Grosso. Chi indaga ha rinviato l’incontro con la 25enne ucraina in attesa che vengano completati alcuni accertamenti e che vengano ridefinite le posizioni e le dichiarazioni rilasciate fino a oggi da persone coinvolte nella vicenda, testimoni compresi. Ma gli inquirenti stanno anche analizzando i tabulati telefonici per evidenziare eventuali contatti tra le persone coinvolte nella vicenda, compresi quelli precedenti alla notte del 23 ottobre.

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Luca Sacchi, la vittima

Anastasiya, personaggio chiave

Decine di giornalisti e operatori hanno assediato fin dalla prima mattinata l’interno e l’esterno della cittadella giudiziaria di piazzale Clodio in attesa dell’arrivo della giovane, considerato un personaggio chiave dell’indagine perché indicata da alcuni testimoni come colei che aveva il compito di custodire nel suo zainetto rosa, insieme con documenti d’identità ed effetti personali, anche il denaro necessario per l’acquisto di una partita di droga - circa quattro etti di marijuana - da Del Grosso e Paolo Pirino, giunti appositamente da San Basilio per concludere l’affare. In realtà la compravendita è fallita per motivi ancora in fase di accertamento anche perché proprio uno dei due - Pirino - ha ammesso che volevano solo rapinare la ragazza dei soldi. Da qui la colluttazione, i colpi sferrati ad Anastasiya e Luca con una mazza da baseball, la reazione del fidanzato della giovane e lo sparo fatale.

L’avvocato dei Sacchi: «È azzardato dire che la fidanzata sia un mostro»

Una versione dei fatti che tuttavia non convince investigatori e pm, o quantomeno sarebbe parziale. Per questo motivo anche il ruolo dell’ucraina potrebbe cambiare. E intanto l’avvocato della famiglia di Luca, Paolo Salice - che mercoledì accompagnerà il padre Alfonso in conferenza stampa in un hotel sull’Appia - rivolge un pensiero proprio alla 25enne: «È azzardato dire che sia un mostro, come pure sostenere che sia Dio sceso in terra. Qualche dubbio sta aleggiando, ma aspettiamo lo sviluppo delle indagini. Siamo in una via di mezzo perché nell’ordinanza del gip Anastasiya è comunque ad oggi persona offesa da rapina. Ci sono testimoni che confermano la sua versione, altri che la smentiscono. Siamo sul chi va là, ma resta sbagliato crocifiggere questa ragazza che, nel frattempo, ha preso un altro avvocato. E un suo diritto. Io non potrei difenderla, semplicemente perché stanno nascendo delle incompatibilità processuali». E per concludere Salice ha sottolineato anche che «non abbiamo mai detto che è `immorale´ difendere Anastasia. Attendiamo lo sviluppo dell’indagine per far luce su quanto accaduto quella tragica notte».

Salvi: «A Roma tanta droga e violenza»

Che la droga è una piaga che affligge la Capitale è d’accordo il procuratore generale di Roma, Giovanni Salvi, che, intervistato su Radio24 sostiene che «la grande quantità di droga e la grande facilità all’uso della violenze di piccoli gruppetti», sono i due elementi chiave della «gravità della situazione», resa evidente anche dall’omicidio di Luca Sacchi. «Questo non è un problema di piazze di spaccio, che esistono e sono controllate da organizzazioni di vario genere; il problema - specifica Salvi - è la città che va verso le piazze di spaccio. È il centro che si va a rifornire. Questo è il punto estremamente grave: la quantità di sostanze stupefacenti, da cui poi deriva un enorme quantitativo di denaro e da questo derivano anche comportamenti, come quelli di questi giorni». E aggiunge: «Questi piccoli gruppetti, queste schegge impazzite, in un contesto in cui la vita vale ben poco, commettono questi delitti, anche se Roma quanto ad omicidi resta una delle città più sicure».

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