Caro Magri,
i vincitori chiedono a gran voce la fine del presente governo, ok, ma dimenticano che durante il lungo governo del centrodestra tra il 2001 ed il 2006, il centrosinistra conquistò tutte le regioni (meno due) e quasi tutte le importanti città. Berlusconi andò a casa? Direi di no. Sempre in quel periodo una veramente possente manifestazione romana guidata da Cofferati mise in luce come il “Popolo” rifiutasse la politica berlusconiana. I Signori al governo fecero le valigie? Direi di no! Possibile che nessuno, nemmeno il Pd, lo faccia notare?
Francesco Camurati

Caro Magri,
un giornalista di sinistra, che non “ama” (eufemismo) Salvini, ha definito «un grande Cazzaro» l’ex ministro dell’Interno. E Nicola Zingaretti, segretario del Pd, ha aggiunto, soft : «È un ubriacone!». Allora vanno considerati “cazzari” e “ubriaconi” anche le centinaia di migliaia di elettori, che hanno decretato il successone di Salvini? Questi giudizi mi ricordano Giuseppe Saragat che, in occasione delle sconfitte del suo Psdi, inveiva contro il «destino cinico e baro». E, più di recente, il saggista Luca Ricolfi ha definito «complesso dei migliori» il disprezzo degli esponenti della sinistra nei confronti degli avversari e degli elettori, sempre più numerosi, in uscita dall’ex partitone “rosso”. Ora Salvini dovrebbe chiedere al Presidente Sergio Mattarella di prendere atto che sta (s)governando un esecutivo in minoranza nel Paese.
Pietro Mancini

 

Non è affatto raro che i governi siano minoranza nel Paese. L’impopolarità discende da mille fattori: spesso è conseguenza dell’imperizia, ma qualche rara volta può derivare da scelte dolorose e necessarie. Se la Repubblica fosse perennemente ostaggio degli umori collettivi, non sarebbe possibile mettere in piedi alcuna strategia durevole, tanto di destra quanto di sinistra. Fortunatamente, la Costituzione stabilisce che si voti ogni 5 anni. Le somme vanno tirate allora, quando finisce la legislatura; e in quel momento può perfino accadere l’imprevedibile. Nel caso (da manuale) che lei cita, caro Camurati, Berlusconi era reduce da una valanga di sconfitte nelle Regioni e nelle città. Ma alle Politiche del 2006 fu disarcionato per soli 24 mila voti, e due anni dopo era di nuovo al potere. Il popolo cambia spesso idea.

 

Parmigiano, 62 anni, iniziò a raccontare la politica sulla «Voce Repubblicana» nel 1981. È stato vicedirettore del settimanale «Epoca». Alla «Stampa» dal 1996, ha seguito passo passo la parabola del berlusconismo. Oggi è corrispondente dal Quirinale.