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Bonus verde sparito dalla manovra: perché non ci ripensiamo? L’Economia gratis lunedì

di Alessandra Puato

Bonus verde sparito dalla manovra: perché non ci ripensiamo? L'Economia gratis lunedì

Bene l’impegno ecologico nella manovra 2020 del governo Cinquestelle-Pd. Incoraggiante il «green new deal», il nuovo corso verde con investimenti per 50 miliardi per favorire produzioni pulite ed energie alternative. E pazienza se il conto sulla bolletta della luce per spingere le rinnovabili è stato alto, cento miliardi dal 2009 al 2018, dice il Gse, e spalmato su tutti i contribuenti, benestanti e non.

Ma il «bonus verde» per i giardini privati andrebbe ripristinato, perché è con le piante che si cattura l’anidride carbonica. Altrimenti avremo un piano sostenibile a metà. Lo sostiene Ferruccio de Bortoli sul L’Economia del Corriere della Sera, in edicola domani gratis con il quotidiano.

«È vero che il Decreto Clima, fortemente voluto dal ministro per l’Ambiente Sergio Costa, stanzia 30 milioni per “attività di riforestazione” nelle città metropolitane — scrive de Bortoli — ma è sparita la detrazione fiscale al 36% (tetto massimo 5 mila euro, Iva compresa) per singoli appartamenti, terrazzi, condominii, cortili e giardini».

E non solo il bonus «ha avuto anche il merito di combattere il nero», ma «un ettaro di verde urbano secondo Coldiretti è in grado di catturare 20 chilogrammi di anidride carbonica all’anno, riducendo le polveri sottili e abbassando la temperatura».

La lotta al contante

Altro tema caldo di cui tratta la manovra è la lotta al contante, per ridurre l’evasione fiscale. Uno dei freni ai pagamenti digitali, com’è noto, è la disponibilità nei negozi dei Pos, i terminali che accettano le carte: disomogenea e non scontata. «Sul mercato dovranno arrivare almeno 500 mila Pos, non è uno scherzo — dice in un’intervista Giuliano Asperti, presidente di Sia, la piattaforma dei pagamenti interbancari —. Occorre un piano di sostegno». Chiaro che per i commercianti pesano, non solo ma anche, le commissioni bancarie.

Asperti propone di «rendere modestissimi gli oneri per i pagamenti inferiori ai dieci euro» e di «consentire di detrarre con un credito d’imposta oltre il costo del Pos anche una parte dei costi incrementativi, rispetto agli anni precedenti, per gli oneri per l’utilizzo delle carte». C’è del resto una direttiva Ue, la Psd2, che chiede di tagliare i costi per micropagamenti.

Sui grandi numeri, invece, l’Europa muove ora con Christine Lagarde, la nuova presidente della Bce. Succede a Maro Draghi che lascia domani e già deve arginare i falchi.

Tim e Cdp

Fra i personaggi della settimana c’è Salvatore Rossi, che lascia proprio Via Nazionale dopo 43 anni per andare alla presidenza di Tim. E c’è Giovanni Gorno Tempini, l’ex ceo di Cassa depositi e prestiti che torna in Cdp da presidente. Due nomine per l’equilibrio. Uno dovrà tutelare i diritti degli azionisti, l’altro anche il risparmio postale degli italiani.

A proposito di soldi, L’Economia racconta perché Libra, la valuta digitale di Facebook che doveva cambiare il mondo, perde i pezzi. E come vogliono crescere due aziende del made in Italy, Sanlorenzo (che va in Borsa) e Berlucchi (che va in Europa). Quanto ai risparmi, trovate la mappa di dove il mattone rende di più. Investire in case da mettere a reddito, nell’era dei tassi negativi, è una mossa sensata.

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