TORINO. «La Pace ad ogni passo» è il titolo dell’incontro che da venerdì 25 a domenica 27 ottobre si tiene alla Sala Sangalli di Valdocco, via Maria Ausiliatrice 32: tre giorni di dibattiti a cui si accompagnano visite alla città, sempre nel nome della pace, della convivenza. A promuovere l’iniziativa è il Meic, Movimento ecclesiale di impegno culturale, che vuole far incontrare persone dalle appartenenze religiose e culturali diverse per confrontarsi sulla convivenza tra i popoli e sullo sviluppo sostenibile.

«Parlare di pace oggi, quando i venti di guerra sono tornati a soffiare in terra siriana con l’aggressione al popolo curdo, e il suo seguito di morte, distruzione, esodi di massa, sembra a molti un esercizio inutile e quasi ingenuo», spiega Beppe Elia, presidente nazionale del Meic. «Eppure siamo convinti che, non solo attraverso il necessario dialogo fra i responsabili degli stati, ma anche per mezzo di una grande mobilitazione di coscienze, una discussione franca e coraggiosa sulle ragioni dei conflitti, un impegno di ogni comunità, anche piccola, a seminare gesti di fraternità e a gridare il rispetto della vita e dei diritti di ogni uomo e donna, la pace potrà camminare».

Il convegno si apre venerdì pomeriggio, con un’analisi delle crisi mondiali presentata da Paolo Beccegato, vicedirettore della Caritas italiana, che spiega come armi, povertà e nuove schiavitù alimentano la «terza guerra mondiale a pezzi». Alla sera, Ernesto Olivero, fondatore del Sermig- Arsenale della pace, racconterà come i giovani sono protagonisti di scelte coinvolgenti di giustizia e fraternità. La mattina di sabato 26 ottobre sarà dedicata alla presentazione di alcune esperienze di collaborazione positiva in Italia e all’estero: la nonviolenza è raccontata da Angela Dogliotti, del Centro Studi Sereno Regis, il co-sviluppo sostenibile è spiegato da Cleophas Adrien Dioma, del Summit nazionale delle diaspore, e l’esperienza dei corridoi umanitari è ricostruita da Maria Bonafede, della Chiesa valdese di Torino, mentre Edoardo Greppi, dell’Università di Torino, mostrerà come si tutelano i beni culturali in tempo di guerra.

Nel pomeriggio, sono proposte quattro visite a luoghi dove l’incontro tra mondi differenti si sperimenta ogni giorno: un percorso interculturale a Porta Palazzo e San Salvario con le guide di Migrantour, una visita al Museo Egizio accompagnata da guide nordafricane di Mondi in città, la scoperta delle chiese legate alla Sindone e alla santità torinese con l’Associazione Guarino Guarini e la conoscenza dell’Arsenale della pace del Sermig sono gli itinerari dentro le molte «città della fraternità» che già esistono a Torino. Domenica 27 ottobre, la mattinata sarà dedicata al confronto sul tema della fraternità: dopo l’intervento di Filippo Pizzolato, dell’Università di Padova, sul principio costituzionale di fraternità, rav Ariel Di Porto, della comunità ebraica, il pastore Daniele Garrone, della Facoltà teologica valdese, e l’imam Yahya Pallavicini, di Co.Re.Is. Italia,dialogheranno sul modo in cui tale principio è al tempo stesso elemento di frattura e ricomposizione in ciascuna delle tre confessioni.

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