Star allo Specchio: lo yoga glow di Marianne Mirage

In una nuova puntata della nostra rubrica beauty abbiamo scoperto un lato inedito della cantante Marianne Mirage. Guardate il video per immergervi nella sua particolarissima filosofia di bellezza, responsabile della radiosità e dell'entusiasmo contagioso che lei trasmette
Star allo Specchio lo yoga glow di Marianne Mirage

Star allo Specchio: lo yoga glow di Marianne Mirage

Tête-à-tête con la cantautrice trentenne Marianne Mirage,** **all'anagrafe Giovanna Gardelli, che ci ha accolto a casa sua tra garofani e frutta fresca, chitarre, disegni del suo papà e collezioni di ogni genere, dagli insetti micro e macro, alle conchiglie e i vinili più rari.

Fresca reduce dal lancio del suo nuovo album «Vite private», anticipato dal singolo «L'amore è finito», che è stato presentato a Venezia con un corto interpretato da lei e da Marco Giallini, Marianne Mirage ha rivelato una parte di sé ancora piuttosto inedita. Qui potete ascoltare il suo album.

Marianne non è l'artista dalla passione univoca, oltre alla musica ama recitare, ha studiato al Centro Sperimentale di Cinematografia a Milano, e da tre anni ha intrapreso la strada dello yoga, trasformandosi dall'interno e dall'esterno.

Dalla personalità magnetica, calmante, fortemente seducente e dotata di quell'inner glow che sembra irradiare una luce vitale,  Marianne è come un'influencer emozionale, dall'energia creativa e trasformativa che permea ciò che la circonda. Di questo suo potere sanno qualcosa le piante di casa: «Il cactus ha iniziato a far crescere rami riccioluti simili ai miei capelli e all'orchidea sono spuntate radici in alto sul fusto, forse perché assorbono la musica che suono», racconta con divertito stupore.

Con lo yoga è arrivata a livelli di elasticità impensabili per la maggior parte di noi, e a beneficiarne non è solo il corpo, ma anche la pelle: è portatrice felice di quella radiosità, o Yoga Skin, che ora più che mai è tra i *goal *ambitissimi dalle beauty addicted. C'è chi la ricrea affidandosi alla tecnica del layering, stratificando creme e sieri, come fanno le espertissime coreane, e chi invece ricorrendo a colpi sapienti di illuminante imita un effetto kilowatt alla Rihanna. Marianne, invece, quella pelle brillante - come se una lampadina fosse accesa all'interno del sua corpo irradiandola, attivando i suoi occhi vitrei e rendendo elettrica la sua chioma leonina - la ottiene con una sequenza studiata di asana yoga. «Tutte le mattine», racconta, «mi sveglio alle sette per eseguire la mia pratica di due ore, quando il corpo è rigido come un legno, ma il benessere che ne deriva mi spinge ad andare avanti con impegno per stare sempre meglio».

Lo yoga come chiave di bellezza oggi, ma nel tempo qual è stato il dettaglio che l'ha definita?«I capelli, che per me sono stati una grandissima condanna, perché fanno malissimo, per pettinarli ci vogliono due ore. I miei ricordi legati alla spazzola sono di grandi lacrime. Mi torna in mente quando da bambina mio padre doveva tenermi bloccata nella vasca da bagno mentre mia madre urlava, "tienila ferma"e tentava di spazzolarmi i ricci. Anche andare dal parrucchiere non era uno dei momenti più felici, ogni volta restavo delusa. Ero piena di desideri, pensavo "magari oggi me li faranno lisci", ma la risposta era sempre la stessa: "non so cosa fare ai tuoi capelli". Per lo choc non parlavo per tutto il giorno, sentivo che non potevo essere come tutti gli altri. Col tempo poi ho capito quali erano le persone giuste a cui affidarmi: ho scoperto i saloni afro dove avrebbero saputo "trattare" i miei capelli».

Qual è l'approccio giusto per imparare a convivere con capelli ricci come i suoi?«Prima di tutto bisogna accettarli, anche se sei una riccia che non vuole vedersi riccia, it’s ok, puoi farlo, puoi permettertelo, devi cercare di voler loro bene, non per forza rovinarli. Se li piastri sempre, poi non torneranno più ricci e ti mancheranno. Il mio consiglio è di trovare un’acconciatura interessante, per esempio portandoli tutti da un lato con faccio io e magari aggiungere delle treccine o degli anellini come quelle dei piercing per le orecchie. La mia è solo una delle tante pettinature. Bisogna essere audaci, perché c'è per forza qualcosa da fare. Miliardi di cose si possono realizzare con i capelli ricci per contenere the big explosion».

Qual è la prima cosa che fa Mariane Mirage la mattina quando si sveglia?«Mi dico buongiorno splendore, anche se non è vero e poi inizio a improvvisare un make-up. Parto dagli ombretti neutri per dare luminosità, ma non mi guardo allo specchio, non ce l'ho. Di solito mi trucco al buio e poi esco di casa e mi sento dire "ma come ti sei truccata?". Il mio problema vero è che ho la pelle molto chiara e sensibile ed è per questo che non uso make-up, il fondotinta per me è uno sconosciuto. Al contrario dei miei capelli, ai quali non gliene frega niente, qualsiasi cosa io metta sulla pelle la fa arrabbiare. Un mascara lo suo, ma non di quelli impattanti, piuttosto uno che dia un risultato naturale. Di solito mi fermo qui e direi che già potrebbe andare bene, perché poi arriva il momento del caffè. Ma trovo interessante anche quella cosa che vedo sulle tue labbra: il tuo gloss».

E adesso arriviamo al suo segreto per avere quel glow sul viso: lo yoga.«Lo yoga fa bene dentro e fuori, perché costringe a respirare, e così ossigena tutti i tessuti. Ma non è solo la pelle a beneficiarne, con lo yoga si allena anche la concentrazione. Se sono arrivata a fare posizioni difficili è perché non ho mai perso l'attenzione, quella che mi è servita per scrivere i pezzi del mio album Vite Private.Cliccate qui per ascoltare il suo nuovo album. Ormai faccio tante ore di pratica ed è diventata una sfida con me stessa. La bellezza vista anche in questa dimensione non è fatta solo di consigli di make-up e acconciature, ma di strade alternative».

Che cosa cambierebbe del concetto di bellezza di oggi?«Per fortuna il canone di bellezza classico si è molto aperto, si punta sempre più a essere se stessi e non per forza a rappresentare qualcosa. Credo che ognuno debba prima di tutto impegnarsi a volersi bene, a rispettare il proprio corpo, i capelli, la pelle, gli occhi e fare quello che dà benessere, in tutti i sensi. Bisogna puntare a essere la migliore versione di sé, anche solo avvicinarsi, non importa quando si arriverà, il percorso prima o poi porterà lì».

Cosa vuole fare da grande?«Vorrei mantenere questa voglia di esplorare, vedere colori, viaggiare anche sotto l'aspetto emotivo. Lavorare sul mio nuovo disco mi ha regalato una grande emozione che ancora ora mi pervade».

Sembra che adesso lei abbia raggiunto una tranquillità interiore, ha mai perso il controllo?«Ricordo un evento drastico che non è dipeso da me. Un parrucchiere una volta mi ha rasato i capelli dicendomi "così sei più rock", la mia reazione fu di ammutolirmi per lo choc. Non ho mai avuto la bussola che mi aiutasse a sapere dove andare, ma sono convinta che bisogna credere in se stessi perché nessuno lo farà mai per te, e se tu per primo non ti valorizzi le altre persone non lo faranno. Questa convinzione mi ha fatto credere nella mia musica e anche nell'improvvisazione, perché non nasciamo "imparati"».

Ci sono delle donne che l'hanno ispirata nella sua vita?«Patti Smith mi ha fatto iniziare a scrivere canzoni, per colpa o per merito ora sono qui. Per me lei rappresentava il modello di donna forte, che non vuole sentirsi dire nulla da nessuno, che sa esattamente quello che vuole e quello che vuole dimostrare. Sono cresciuta con questi valori, come un maschiaccio, e non sarò mai qualcosa che non sono. Un giorno ho iniziato a scrivere canzoni e la prima l'ho conservata in un libro di poesie di Patti Smith. Dopo Sanremo il mio manager mi ha chiamato per dirmi che il mio idolo voleva che aprissi i suoi concerti e per me è stato un doppio choc, non solo dovevo vederla, ma dovevo andare e suonare al suo concerto. Lei era come la immaginavo, veramente umana, anzi sovrumana e mi ha invitato sul palco a cantare "People have the power". Ci sono anche altre donne che ammiro e sono cantanti di altri tempi come Amelia Rodriguez e Billie Holiday, tormentate e che hanno cantato con il cuore e con l’anima».

Ha una femminilità selvaggia, quando ha preso consapevolezza del suo corpo?«Lo yoga mi ha aiutato. Prima cercavo di nascondermi con maglioni e grandi felpe, poi ho accettarlo anche i miei difetti, i piedi, le braccia che non mi piacevano. È cominciato tutto così e mi sono sentita più sicura».

E quando ha scoperto che la sua strada sarebbe stata la musica?«Da piccola spiavo mio padre che dipingeva mentre ascoltava musica jazz e sentivo che quella melodia aveva qualcosa di magico. Una volta per stupirlo e dimostrare che quello che faceva lui potevo farlo anche io, dissi che avrei voluto suonare il pianoforte. Ma abitavamo in una casa piccola che non poteva ospitare uno strumento così grande e mia mamma allora propose "c’è una vecchia chitarra attaccata al muro che nessuno suona, prendi quella". Così è nato il mio amore per la musica: da sola nella mia stanza ho iniziato a suonare. Poi c’è stato un altro amore, a scuola, che mi ha fatto capire che potevo far parte di una band. Ho cominciato a suonare jazz negli hotel, nei ristoranti, nei pub, grazie alla musica mi sono mantenuta all'Università di lettere e filosofia. La musica c’è sempre stata, anche quando lavoravo al bar e facevo i cappuccini. Solo più tardi, a Milano, quando ho conosciuto Caterina Caselli che mi ha dato la possibilità di farlo come mestiere, è diventata la mia professione».

Fin qui abbiamo scoperto la cantautrice Marianne Mirage, ma per chi desiderasse vedere come fare a replicare il suo inconfondibile glow, consigliamo di guardare il video qui sopra fino alla fine. Se volete, invece, ascoltare Marianne Mirage dal vivo presto partirà con un tour «Vite Private» nei club: prima data a Milano il 15 Novembre al Biko, seguirà il 22 a Le Mura a Roma, il 23 sarà a Prato al Capanno 17. Poi il 7 dicembre a Rimini al Bradipop Club, il 13 a Pordenone all’ Astro Club e il 17 gennaio a Santa Maria a Vico (CE) allo Smav.LEGGI ANCHE

Le precedenti puntate di Star allo Specchio