Michelle Pfeiffer: «Ai bambini si ripete sempre: “Dovete fare i bravi”. Ma cosa vuol dire questa frase?»

A Roma, per l’anteprima europea di Maleficent – Signora del male, l’attrice ha parlato di femminilità e personalità, del concetto di bene e male, di come certe tematiche e figure del nuovo film Disney rappresentino uno specchio della contemporaneità

michelle-orizzontaleAvere una suocera dallo sguardo di ghiaccio come quello di Michelle Pfeiffer farebbe tremare le ginocchia a chiunque, ma non di certo a una principessa delle favole come la Bella Addormentata Aurora, che al cinema ha le sembianze dell’angelica Elle Fanning. Succede in Maleficent – Signora del male, in sala dal 17 ottobre e in anteprima europea ad Alice nella città, sezione parallela della Festa di Roma in streaming su TIMVision con gli appuntamenti più importanti.

L’ex LadyHawke torna sul grande schermo nei sontuosi abiti della regina Ingrid, madre del principe Filippo, promesso sposo della bucolica protagonista, ma è pronta a darle filo da torcere. E con una consuocera del calibro di Angelina Jolie/Malefica promette scintille.
A 61 anni, Michelle Pfeiffer continua a lasciare senza fiato non solo il pubblico e la critica, ma anche le colleghe, come conferma sul red carpet capitolino nell’incantevole abbraccio blu notte dell’abito Monique Lhuillier Fall 2019.

Il passare degli anni non ha minimamente diminuito la sua grazia innata. Qual è il suo segreto?
«Le donne vengono sottoposte ad una pressione immensa per apparire sempre al meglio, giovani e fresche. L’unico modo per vivere la propria età in eleganza è fare del proprio meglio in libertà. Questo pensiero sintetizza tutta la saggezza che sono riuscita a racimolare sull’argomento».

Per fortuna Hollywood sta trovando spazio per far sentire la voce delle donne senza “data di scadenza”, come dimostra questo film.
«Sono d’accordo: nella storia ci sono tre donne diverse, ma ugualmente forti, anche se forse la più resiliente resta Aurora, una ragazza che risponde alla violenza con dolcezza».

Ingrid, invece?
«Lei si considera la madre del regno ed è pronta a qualsiasi sacrificio per proteggerlo. Ha molto potere ma lo usa a volte in modo pericoloso, quando si sente minacciata».

Le sembra un comportamento femminista?
«Credo che il film arrivi al momento giusto. Pensateci: Aurora può avere tutto, famiglia, amore e carriera (come principessa di un regno, anzi due). La favola in effetti ci permette di riflettere sui nostri tempi in tutta la loro complessità. Non esiste più questa differenza netta tra bene e male, ci si muove in un’area grigia: ognuno di noi ha in sé luce e tenebre».

Mi faccia un esempio.
«Ai bambini si ripete sempre: “Dovete fare i bravi”. Ma cosa vuol dire questa frase? A volte tutti hanno pensieri cattivi, inclusi i più piccoli, che però in questo modo sviluppano un senso di colpa poco sano».

Qual è la domanda che si pone la fiaba?
«S’interroga su cosa significhi diventare una famiglia oltre a puntare i riflettori sulla protezione del pianeta e sull’accoglienza della diversità».

Si è mai sentita incompresa?
«In questo mestiere ti affibbiano velocemente etichette, Hollywood cerca di definirti – come succede nel mondo in generale – e devi mostrare una forza d’animo portentosa, sapere chi sei e non lasciarti influenzare. Al Pacino diceva ai giornalisti: “Non mi confondete con il mio personaggio”. E aveva ragione».

Come ha iniziato a recitare?
«Nel cortile sul retro di casa, da bambina, organizzavo spettacolini e facevo pagare ai vicini 10 centesimi per assistervi. Mamma commentava: “Sei proprio una bambina dal piglio drammatico”. Quindi sono nata con il pallino di fare l’attrice anche se ho dovuto aspettare fino ai 20 anni prima di essere pagata per recitare».

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