dopo il cdm

Manovra, chi vince e chi perde sulle misure tra Pd e M5S

Sul taglio del cuneo fiscale è il Pd a spuntarla: la riduzione avvantaggerà soltanto i lavoratori. Tramontato il sogno M5S di estenderla alle imprese e agganciarla al salario minimo. I Cinque Stelle incassano lo stop a ogni ritocco a quota 100 almeno per il 2020

di Andrea Gagliardi

Manovra: lo sconto del Fisco vale più di quello dell’idraulico infedele

3' di lettura

I Cinque Stelle incassano lo stop a ogni ritocco a quota 100 almeno per il 2020 (anche se i renziani, che volevano abolirla, già promettono di dare battaglia in Parlamento). Sul taglio del cuneo fiscale è il Pd a spuntarla: la riduzione avvantaggerà soltanto i lavoratori. Tramontato il sogno M5S di estenderla alle imprese e agganciarla al salario minimo. I dem plaudono anche alle spese per l'istruzione gratuite per i redditi più bassi. Renzi e Di Maio si vantano di aver sventato la tassa sulle sim card aziendali. Tutti celebrano il Fondo da 2 miliardi per la famiglia, viatico all'assegno unico. Leu incassa l'abolizione del superticket “entro il 2020”. È questo il quadro degli equilibri nella maggioranza all'indomani del via libera al Documento programmatico di bilancio e di un primo esame dei contenuti di un decreto fiscale e di una manovra che punta ad attestarsi intorno ai 31 milioni.

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Tornando a quota 100 salta anche il restyling delle finestre con il ricorso all'uscita unica per lavoratori privati e pubblici al posto dei due distinti “canali” previsto dal “decretone” dello scorso gennaio. Che continuano quindi a restare in vigore. La necessità di trovare un faticoso compromesso sulla fisionomia della manovra hanno prodotto lo stop definitivo all'ipotesi di rimodulazione delle uscite per i pensionamenti anticipati con almeno 62 anni d'età e 38 anni di contribuzione, che era stata congegnata dai tecnici del Mef e che era vista di buon occhio dal Pd e da Italia Viva. Che addirittura puntava alla completa abolizione di Quota 100, difesa invece a spada tratta dal Movimento Cinque stelle. Non a Caso i Cinque stelle hanno subito espresso grande soddisfazione per la rinuncia a qualsiasi modifica.

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Un capitolo a sé è quello del tetto all'uso del contante. Fu alzato dal governo Renzi a 3000 euro. Ora cala invece da 3.000 a 2.000 euro nel 2020 e 2021, poi scenderà a 1.000 euro negli anni successivi. È questa la mediazione che è stata raggiunta nel Cdm sulla manovra, dopo giorni di tensioni tra gli alleati. La scelta piace al Pd: Dario Franceschini ricorda che era contrario quando Renzi l'alzò e ora è bene abbassarlo. Fa invece storcere il naso a Iv. Ma anche nel M5S monta il malumore. I parlamentari delle commissioni Finanze protestano con i Cinque Stelle di Governo: il giro di vite sul cash, sostengono, rischia di trasformarsi in un boomerang per artigiani e commercianti.

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Le tensioni nella maggioranza si concentrano anche sull'abbassamento della soglia di punibilità per i reati fiscali. Alla fine vengono messe in campo politiche di contrasto all'evasione e alle frodi fiscali in più settori. E si prevede un inasprimento delle pene per i grandi evasori, così come chiesto dal M5s. Oggi è previsto fino a 6 anni di carcere, salirà a 8 anni per le fattispecie molto gravi. Il Pd può rivendicare i 3 miliardi per il taglio del cuneo fiscale a favore dei lavoratori. Misura contestata da Renzi che la ritiene insufficiente.

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