11 settembre 2019 - 20:44

Sardegna, imprenditore romano si compra l’isola di Serpentara: «Mi sono innamorato»

Fabio Sbianchi, 57 anni, ha acquistato l’area per 600mila euro, che da 13 anni era in vendita. Assicura: «Non è un’operazione immobiliare». Gli ambientalisti: «Vigileremo»

di Agostino Gramigna

Sardegna, imprenditore romano si compra l'isola di Serpentara: «Mi sono innamorato» L’isola di Serpentara
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Chi l’aveva acquistata a metà anni settanta aveva sognato e pianificato in grande. Terreni edificabili, hotel, casette, sviluppo urbanistico. Profitti. Ma i progetti di fare dell’isola di Serpentara una sorta di paradiso arredato con colate di cemento si sono arenati di fronte ai forti vincoli ambientali. Così da 13 anni la minuscola isola sarda vicino a Villasimius (Cagliari) era finita in vendita, senza compratori. Fino alla svolta di qualche giorno fa: Serpentara è stata acquistata da un imprenditore romano di 57 anni, Fabio Sbianchi, per una cifra che si aggira attorno a 600 mila euro.

Chi è

Sbianchi ha fatto la fortuna con le scatole nere montate sulle auto in grado di registrare quel che avviene in caso di incidente. Gestisce un’azienda «globale», che ha sedi in diversi paesi del mondo. Afferma di averlo fatto per amore della natura: «Voglio mettere in sicurezza l’unica costruzione presente, la torre spagnola di San Luigi, e cederla in comodato d’uso gratuito al Comune e all’Area marina protetta: quell’isola oggi è un parco e deve rimanere tale. I vincoli? Sacrosanti. Chi ama Villasimius non può che essere d’accordo sulla tutela della natura così rigorosa. E io sto con loro». Parole apprezzate dagli ambientalisti che però hanno replicato: «Non faremo sconti e vigileremo come abbiamo fatto per Tavolara», ha dichiarato Stefano Deliperi del gruppo di Intervento Giuridico .

Leggende

Tra leggende e realtà, la narrazione che ne è seguita ha sempre dipinto l’isola come un covo di pirati e come un luogo di approdi impossibili. Un lembo di terra dove troneggiavano una torre spagnola e topi che aggredivano i naufraghi. Ma anche di una (vera) nave Tirrenia che si è incagliata nel 1996. Al quotidiano l’Unione Sarda, che ha diffuso la notizia, Sbianchi ha spiegato perché ha comprato l’Isola: «Mi sono innamorato di questo angolo di Sardegna negli anni Ottanta: l’ho scoperto grazie a mio suocero che costruì una casa in un terreno vicino al cimitero per trascorrere le vacanze estive con la famiglia. Dal 1991 vengo tutti gli anni. Sono pazzo di un angolo incantevole, da preservare». Tranne il nome. «Serpentara, proprio non mi piace: gliel’ hanno messo i francesi, evoca una natura avversa. Sarebbe bello invece che si chiamasse isola di San Luigi, quella dove si allevavano i falchi dei viceré spagnoli».

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