Caro Beccaria,
a lei abbiamo dedicato poesie, canzoni, film, le abbiamo innalzato preghiere e affidato sogni. Poi ci siamo andati. È il nostro satellite: sono trascorsi 50 anni ma il fascino di quell’impresa è intatto. Un viaggio di oltre 300 mila chilometri: io, allora diciannovenne, la mia famiglia e altri 200 milioni di persone eravamo attaccati alla tv; in Italia, ipnotizzati dalla voce di Tito Stagno, abbiamo seguito la più grande maratona di tutti i tempi. La testimonianza di un’impresa che ha fissato uno spartiacque nella civiltà umana: Neil Amstrong e il suo primo passo incerto sul suolo lunare, le prime parole e il riflesso della sua sagoma sul casco di Buzz Aldrin, momenti rimasti nella storia, in cui l’uomo ha spinto un po’ più in là i propri limiti e li ha superati: forse l’eredità più importante di quel viaggio. E vorrei ricordare la figura di Rocco Petrone, l’italo-americano che fu il direttore del lancio dell’Apollo 11: un pizzico d’Italia nello storico evento. Metterei sullo sfondo la sfida Usa-Urss, anche se immagino abbia dato una forte spinta alla realizzazione dell’impresa. Siamo stati sedotti da questa avventura, il cui impulso alle innovazioni tecnologiche ancora permane: le pentole antiaderenti, i tessuti tecnologici, l’innovazione del campo dei computer e delle telecomunicazioni li dobbiamo a quel periodo. Dicono che il nostro satellite abbia perso un po’ del suo fascino, eppure continuiamo ad ammirare quel disco d’argento che da millenni ci ruota intorno benevolo e, mentre pensiamo «lì noi ci siamo stati», siamo ancora «stregati dalla Luna».
Concetta La Naia - Mestre (Ve)

Gentile Concetta, 
la sua sintesi è perfetta: molti pensavano che l’approssimarsi dell’anniversario dell’allunaggio avrebbe ingenerato noia e fastidio e, invece, il Big Data che ci sta inondando di articoli e documentari, ricordi e testimonianze evoca anche lo spirito di quel periodo: entusiasmo e visione, uniti alla volontà ferrea di raggiungere un obiettivo considerato al limite delle nostre possibilità. Ora l’attivismo delle agenzie governative e delle aziende private ci sta riportando a una nuova corsa spaziale. La differenza è che non si tratta più di una gara geostrategica, ma di una sfida. Tecnologica e anche per business che stiamo appena inventando.

Gabriele Beccaria è responsabile degli inserti settimanali «Tuttoscienze» e «Tuttosalute»: ha studiato giornalismo alla Boston University e ha appena pubblicato con Antonio Lo Campo il saggio «Luna La Prima Colonia» per le Edizioni del Capricorno, dedicato al passato e al futuro delle esplorazioni spaziali.