17 luglio 2019 - 02:17

Risoluzione di condanna della Camera per i tweet razzisti di Trump

Aspro dibattito alla Camera. Il testo è passato con 240 sì e 187 no. Il presidente americano aveva invitato 4 deputate democratiche, tutte di colore, a tornare nei loro paesi d’origine.

di Giuseppe Sarcina, nostro corrispondente

Risoluzione di condanna della Camera per i tweet razzisti di Trump
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WASHINGTON - Alexandria Ocasio-Cortez: «Questo Paese appartiene a tutti. Non ce ne andremo: non si lasciano le cose che si amano». Ilhan Omar: «Questo presidente ha dimostrato molte volte di essere razzista, ecco perché dobbiamo promuovere l’impeachment». Rashida Tlaib: «Il presidente disprezza la Costituzione, ma non ci faremo distrarre». Ayanna Pressley: «Non siamo solo quattro: stanno con noi tutte le persone che vogliono costruire un mondo più giusto».

Ecco la risposta della «Squadra», le quattro neo deputate democratiche attaccate duramente, ancora ieri, da Donald Trump. Lunedì 15, il presidente aveva risposto così ai giornalisti: «Queste “socialiste” odiano gli Stati Uniti. Se ne possono pure tornare dai Paesi fallimentari da cui sono venute». Ieri ha aggiunto via Twitter: «Le deputate democratiche hanno vomitato alcune delle cose più vili, piene di odio e disgustose mai dette da un politico nella Camera o al Senato eppure hanno ancora libero accesso e un grande abbraccio dal partito democratico. Io non sono un razzista. Non c’è un singolo osso del mio corpo che sia razzista».

L’escalation di attacchi e di insulti reciproci ha occupato la scena politica. «Queste sono nostre sorelle», avrebbe detto in una riunione di parlamentari la Speaker democratica Nancy Pelosi, accantonando i contrasti con la Squadra. Nella notte italiana Pelosi ha messo ai voti una mozione per censurare «i tweet razzisti» di Trump. Nell’aula si è sviluppato un aspro dibattito, con momenti di tensione. Alla fine il testo è passato con 240 voti a favore e 187 contrari. Solo quattro repubblicani si sono schierati contro il presidente, ma altri sei non si sono presentati alle urne.

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