16 luglio 2019 - 11:33

L’Orso M49 scappato dal recinto è stato fotografato nei boschi vicino a Trento

Era riuscito a scappare dal recinto elettrificato, immortalato sulla Marzola. La denuncia degli animalisti: «Farà la stessa fine di King Kong». I veterinari: «Operazioni di cattura precipitose e fallimentari». La Corte Costituzionale: legittime le leggi di Trento e Bolzano

di Silvia Morosi

L'Orso M49 scappato dal recinto è stato fotografato nei boschi vicino a Trento (Ansa)
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Proseguono senza sosta le ricerche dell'orso M49, che è stato immortalato da una «fototrappola» alle 9.29 di martedì mattina nei boschi dela Marzola, non lontana dal recinto del Casteller, a sud di Trento, da dove l’animale è scappato lunedì all’alba. Nella zona, viene fatto sapere, è già presente il personale forestale per assicurare monitoraggio, presidio territoriale e informazione. L’orso sarebbe dunque rimasto vicino a Trento e non sarebbe dunque «emigrato», come si temeva, in Veneto. Rientrato - almeno per ora - anche l’allarme lanciato dagli animalisti, che non escludevano che l'orso fosse stato in realtà già ucciso e che la notizia della morte sarebbe comunicata in un secondo momento. Nei confronti dell'orso M49, considerato dagli esperti «problematico» per via dei suoi anomali comportamenti, c'è l'ordinanza del governatore trentino Maurizio Fugatti di sparare a vista solo nel caso dovesse avvicinarsi alle abitazioni.

«Farà la fine di King Kong»

«Adesso l'orso volante M49 che prima era in area scarsamente antropizzata si trova suo malgrado alle porte di Trento, come accadde quando King Kong venne prelevato dalla sua isola sperduta e trascinato in catene nel cuore di Manhattan», chiarisce in una nota il coordinamento Life for Ursus, nato da pochi anni — sull'onda delle vicende di Daniza e Kj2 — allo scopo di difendere gli orsi «messi nel mirino». «Come si conclude la trama dei film su King Kong lo sanno tutti: la bestia si difende ma infine soccombe. Questo triste copione ormai è scritto anche per M49». Come spiega al Corriere della Sera Edgar Meyer, presidente di Gaia Animali e Ambiente (una delle sei associazioni del coordinamento), «è abbastanza impossibile che un animale sia riuscito a fuggire ed evadere. Evidentemente, ci sono state delle manchevolezze da parte della Provincia autonoma di Trento che gestisce la struttura. Come richiesto anche dal ministro dell'Ambiente Costa — continua Meyer — vogliamo avere delle spiegazioni di quanto accaduto. Il risultato di questa figuraccia mondiale? Prima c'era un orso che viveva nel suo habitat, ora un animale libero in un'area abitata. Sono state prese delle decisioni sbagliate, non solo a livello ambientale, ma anche politico». L'ordinanza di cattura — chiarisce Meyer — «è illegittima, non è basata sulla normativa. A decidere deve essere lo Stato italiano, non una Provincia autonoma». A mancare — conclude — «sono una maggiore sensibilizzazione, prevenzione e cultura sul comportamento di questo animale. La Provincia non ha fatto il suo mestiere, non ha custodito questo animale in modo opportuno».

La Corte Costituzionale: legittime le leggi delle province autonome

Risponde però la Corte Costituzionale: sono legittime le leggi provinciali numero 9 del 2018 della Provincia Autonoma di Trento e la numero 11 del 2018 della Provincia Autonoma di Bolzano che autorizzano il presidente della Provincia ad adottare provvedimenti riguardanti il prelievo, la cattura e l’eventuale uccisione degli orsi e dei lupi. La decisione è arrivata in camera di consiglio a seguito dei due ricorsi del Presidente del Consiglio dei ministri nei confronti delle Province autonome di Trento e Bolzano. Il potere dell’eventuale uccisione degli orsi e dei lupi è previsto «quando ricorrano le condizioni indicate dalla normativa di derivazione europea in materia di conservazione degli habitat naturali e per prevenire danni gravi alle colture, all’allevamento e a garantire la sicurezza pubblica».

«Azioni contro il Trentino»

È stato il movimento Centopercentoanimalisti a lanciare l’allarme - prima della notizia del segnalamento fotografico - sul fatto che l'animale potesse essere già stato catturato e ucciso. «Senza collare non sarà facile rintracciarlo, così saranno tutti contenti, nessun orso ammazzato, libero e disperso nel bosco, nessuna protesta, nessuna immagine rovinata», si legge in una nota. «Speriamo di sbagliarci ovviamente. Siamo complottisti? Può essere, tuttavia, in una nazione dove le menzogne sono all'ordine del giorno, una presa per i fondelli come quella di M49 scappato da un vero e proprio campo di concentramento per gli animali con tanto di fili elettrici, è un gioco da ragazzi farla passare», conclude l'associazione animalista che annuncia «azioni contro il Trentino a 360 gradi, dalla prestigiosa fiera dell'artigianato milanese allo sport, dalle agenzie turistiche ai marchi trentini».

Lac: «Fuggito da recinto degno di Jurassic Park»

«L'orso M49 è, evidentemente, un genio delle evasioni paragonabile a Papillon e dotato di superpoteri come un eroe della Marvel Comics, fuggito da un recinto degno di Jurassic Park da cui fuggivano i Tirannosaurus Rex», spiega in una nota la Lega abolizione caccia (Lac) del Trentino Alto Adige. «Casualmente scavalca il recinto, casualmente rimane indenne alle scariche elettriche, casualmente gli avevano già tolto il radio collare, casualmente non potendo più controllare dove si trova l'orso è stato diramato l'ordine di sparare a vista al nemico pubblico numero uno del Trentino; casualmente questa fuga consente di dichiarare l'allerta massima», sottolinea la Lac, che si augura che dopo questa evasione "provvidenziale" l'orso M49n «sia così scaltro e dotato di superpoteri per volare via in cerca di una regione realmente amichevole con la fauna selvatica».

Le critiche dei veterinari

Rispetto alle operazioni di cattura dell’orso M49 arrivano anche le critiche dei veterinari, che le giudicano «precipitose e fallimentari». «Qualunque spiegazione si vorrà dare sulle dinamiche dell’accaduto, si è trattato di clamoroso insuccesso tecnico», è l’opinione del presidente dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (Anmvi), Marco Melosi. Tre, dice, gli errori fatti. Primo la decisione di non effettuare l’anestesia sull’orso, ovvero il fatto che `l’animale era in salute´: «In genere - spiega il presidente Anmvi - le condizioni di salute non sono ostative». Inoltre, precisa, «non si capisce perché sia stata presa la decisione di togliere il radio collare, rendendolo irrintracciabile». Infine, le procedure di recinzione: «Non sembra vi sia stata sufficiente cautela per assicurare l’animale all’interno dell’area del Casteller».

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