Gregorio Paltrinieri, 24 anni. Getty

Nuoto

Paltrinieri è già a Tokyo 2020: 6° nella 10km di fondo

Greg protagonista nelle acque libere: centrato l’obiettivo olimpico. Pass anche per Mario Sanzullo

dal nostro inviato Stefano Arcobelli

Gregorio Paltrinieri è già a Tokyo: non prende la medaglia nella 10 km dei Mondiali ma prende il pass olimpico e dunque potrà gareggiare sia in vasca che in acque libere ai Giochi 2020. Gli bastava un decimo posto ed è uscito dalla acqua con un sesto posto, a 5”1 dal vincitore, il tedesco Florian Wellbrock che vuole rubargli la scena anche nei 1500. Con l’olimpionico di Rio si qualifica anche Mario Sanzullo, medagliato mondiale due anni fa a Budapest nella 5 km, e qui nono a 8”8 dopo una gara infernale con troppo traffico in acqua visti i 75 partecipanti all’unica specialità a cinque cerchi del nuoto di fondo.

l’assalto di greg
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Voleva anche la medaglia Paltrinieri, al debutto iridato nelle acque libere. Ma ha patito l’ultimo giro, quando nessuno voleva più dargli il cambio in testa. Si sono alleati gli altri specialisti, soprattutto il vincitore tedesco con il connazionale Rob Maffels (bronzo a 1”5), ed il francese Olivier, argento a 1”5, ma tutti hanno marcato l’azzurro che ha sempre pensato l’allungo ma col timore di andare allo sbaraglio. E l’accortezza e la capacità di gestire le energie che stavano esaurendosi, infatti, alla fine ha premiato Greg, che negli ultimi 600 metri ha rischiato di rimanere tagliato fuori dalla top ten che valeva la qualificazione olimpica. Proprio in quel rettilineo finale, tra le scie pericolose e i colpi proibiti, è emerso il napoletano Sanzullo, autore di una prova sempre coperta ma come si vede assai redditizia per raggiungere il grande obiettivo. Il napoletano ottiene lo stesso obiettivo di Gregorio con una prestazione totalmente diversa dal compagno. Con i due azzurri e i tre medagliati sono stati promossi gli altri big del fondo mondiale: dal quarto al decimo posto infatti ci sono l’ungherese Rasovszaky a 3”6, l’americano Wilimovsky a 6”1, Gregorio a 5”1, l’olimpionico in carica Ferry Weertman, olandese a 6”, lo spagnolo Alberto Martinez a 6”3 ed il francese Aubry a 9”3. Missione olimpica compiuta. Greg tornerà in staffetta fondo giovedì con Domenico Acerenza, la medagliata Rachele Bruni e Giulia Gabbrielleschi (domani le due azzurre saranno impegnate anche nella 5 km).

dopo gara
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Le parole di Greg e Mario Gregorio: “E’ stata dura, soprattutto nell’ultimo chilometri perché ero un po’ più cotto del normale dopo essere stato in testa per lunghi tratti. Pensavo di riuscire ad essere più veloce nella fase centrale, ma Wellbrock e Rasovszky non si sono mai staccati da me e mi sono trovato spesso davanti. A quel punto ho preferito non decelerare perché non è nelle mie caratteristiche nuotare sotto ritmo. Nell’ultimo giro l’ho pagato. Comunque il sesto posto al mondiale è un buon risultato, soprattutto perché è una nuova esperienza per me che sono un rookie. L’importante era la qualificazione alle Olimpiadi. L’anno prossimo me la giocherò. Quelli che sono arrivati davanti sono sicuramente più esperti. Io ho ancora tantissimo da migliorare, da provare. Desidero nuotare i 10.000 sempre meglio. La prossima stagione ne proverò di più perché maturo gara dopo gara. Il piazzamento è buono, ma sono consapevole di poter dare di più”. E Sanzullo: “Ho cercato di restare sempre nel gruppo che seguiva i primi per risparmiare energie e poi risalire. Sono molto felice perché corono il sogno di partecipare all’Olimpiade. E’ il giorno più bello della mia vita”.

i tecnici
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Il tecnico di Greg, Stefano Morini, ammette: “Lavoriamo sempre per ottenere il massimo. Vuol dire che adesso questo è il massimo. Per noi è una distanza ancora inusuale. Non avevo mai visto una partecipazione di queste dimensioni e qualità. Ci sono tanti accorgimenti da prendere. Sicuramente dovremo velocizzare i rifornimenti, riuscire a seguire la rotta ideale ed imparare a interpretare la gara tatticamente. Gregorio è stato bravo a reagire negli ultimi 500 metri dopo che era stato inghiottito dal gruppo nell’ultimo giro. Una lezione che non scorderemo. L’obiettivo principale era comunque la qualificazione olimpica e l’abbiamo raggiunta. La prossima stagione cresceremo insieme”. Emanuele Sacchi, coach di Sanzullo all’Aniene, vanta il record di partecipazioni dei suoi atleti: 4 Olimpiadi su 4: a Pechino 2008 e Londra 2012 con Valerio Cleri, a Rio con Simone Ruffini e Federico Vanelli, e adesso a Tokyo con Sanzullo, del quale dice: “E’ stato bravo perché partiva da outsider. Non l’ho fatto respirare per un anno e mezzo. Il livello di questa competizione ormai è altissimo. Se non hai un tempo di partenza sui 1500 di prima fascia, devi lavorare su tutto quello che può aiutarti a compensare il gap. Mario è stato perseverante, costante e determinato. Sapevamo che per conquistare il pass olimpico sarebbe dovuto arrivare qui in condizioni perfette. Ci siamo riusciti e ne siamo pienamente soddisfatti”.

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