NEW YORK. La nazionale femminile di calcio degli Stati Uniti, fresca campione del mondo, è stata accolto dalla folla a New York dove ha festeggiato il trionfo ottenuto in Francia. Tra le più acclamate c'è stata Megan Rapinoe, capitano e simbolo di questa squadra e del movimento in genrale.

«Non andrei» alla Casa Bianca e «credo che tutte le mie compagne di squadra con cui ho parlato direttamente non vorrebbero andarci» se invitate. Ha dichiarato alla Cnn spiegando che non accetterà un invito alla Casa Bianca da parte del presidente Donald Trump. «Non penso che questo abbia senso per noi -, ha spiegato l'attaccante -. Non posso immaginare che qualcuna delle mie compagne di squadra possa essere messa in quella posizione - ha aggiunto - ci sono così tante altre persone con cui preferirei parlare e avere conversazioni significative che potrebbero davvero influenzare il cambiamento a Washington, piuttosto che andare alla Casa Bianca».

Vincitrice della Scarpa d'Oro e del Pallone d'Oro come miglior calciatrice dell'intero torneo, Rapinoe ha fortemente attaccato il presidente americano sulla sua politica. Alla domanda su cosa avrebbe voluto dirgli, la calciatrice ha risposto rivolgendosi direttamente a lui, fissando la telecamera: «Penso che direi che il tuo messaggio esclude le persone, tu ci stai escludendo, escludi le persone che assomigliano a me». E ha aggiunto: «Quello che stai dicendo riguardo il tuo slogan Make America Great Again penso ci riporti in un'era non positiva per tutti».

Già durante il mondiale, la co-capitana degli Stati Uniti, omosessuale e impegnata politicamente, aveva annunciato di non voler andare «a quella fottuta Casa Bianca. Anche se dovessimo vincere e ce lo chiedessero. Cosa di cui dubito». Il presidente l'aveva bacchettata su Twitter: «Non avevo ancora invitato la squadra, ma lo faccio adesso, sia che vinca sia che perda - aveva scritto - Megan dovrebbe portare rispetto alla Casa Bianca, o alla nostra bandiera, soprattutto per tutto quello che abbiamo fatto per lei e per la squadra».