Le storie di WhatsApp? Finiranno anche su Facebook e Instagram

In fase di sperimentazione il tasto per rilanciare lo stato della chat sulle altre app. Ma anche su Gmail e Google Foto
Le storie di WhatsApp Finiranno anche su Facebook e Instagram

Le storie sono ormai la mania dei social network. Tanto da aver modificato, e in profondità, la grammatica e l’uso delle applicazioni come Instagram. Anche WhatsApp ha le sue storie – si chiamano stati e hanno esordito nel 2017 - e non cambia praticamente nulla se non che dispongono di meno strumenti creativi (mancano per esempio gli adesivi multimediali) e che, ovviamente, possono essere visualizzate solo dai contatti che abbiano il nostro numero in rubrica e dunque possano contattarci tramite l’applicazione di Menlo Park.

Bene. A quanto pare la piattaforma di messaggistica starebbe testando una modalità per allargare quella platea – secondo gli ultimi dati, gli stati sono usati da alcune centinaia di milioni di utenti, circa 500 – alle altre applicazioni della grande famiglia di Mark Zuckerberg. E non solo. In una specie di integrazione crossmediale.

Nell’ultima versione beta dell’app è infatti in fase di sperimentazione la possibilità di spedire lo stesso stato non solo nelle storie di Facebook e Instagram ma anche verso Google Foto o Gmail, dunque per usi in parte diversi da quelli delle storie. Secondo molti osservatori, a breve verrà resa disponibile ufficialmente per tutti gli utenti anche se su questo non c'è alcuna garanzia, come sempre per le novità che vengono individuate nelle versioni beta delle app.

Se fosse, comunque, lo stato si potrà condividere in modo rapidissimo grazie a un tasto dedicato che è apparso nell’ultimo aggiornamento della versione per gli sperimentatori più esperti: in un solo tocco lo stato di WhatsApp, visibile solo a poche centinaia di contatti, potrà saltare in altri universi digitali. Oppure trasformarsi in una mail da spedire o un’immagine o video memorizzati in cloud su Google Foto.

Niente paura: nel caso di Facebook e Instagram servirà in realtà un altro passaggio prima della pubblicazione. Servirà a impostare i livelli di privacy, cioè per decidere chi potrà visualizzare quel contenuto. Sempre negli stati di WhatsApp, dal prossimo anno, cominceranno a comparire le pubblicità. Esattamente come già accade sulle storie di Instagram: sarà il primo passo dell’advertising nella chat che i creatori Jan Koum e Brian Acton, da tempo fuori da Facebook, avrebbero voluto per sempre priva di inserzioni. Non andrà come i suoi inventori desideravano.