8 luglio 2019 - 19:04

Stabilimento balneare pugliese nega l'ingresso a un gruppo di sieropositivi

Gli ospiti della casa alloggio "Raggio di sole", che dal 1999 accoglie persone malate di Aids, sono stati respinti da una struttura della provincia di Bari.

di Redazione Online

Stabilimento balneare pugliese nega l'ingresso a un gruppo di  sieropositivi Foto di repertorio
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«In questo contesto di grande disumanità, in cui si confezionano leggi che certificano il disprezzo assoluto per la vita umana, registriamo anche, con sgomento e incredulità, che una struttura ricettiva di un paese dell'hinterland barese si sia rifiutata di accogliere i nostri ammalati che curiamo nella casa alloggio Raggio di sole. Solo perché ammalati di Aids». Lo hanno scritto su Facebook i responsabili della Fondazione Opera Santi Medici Cosma e Damiano, di Bitonto, che da oltre 25 anni è impegnata nel sociale. I fatti risalgono a giugno, quando una decina di ospiti della casa alloggio "Raggio di sole" — che dal 1999 accoglie persone malate di Aids ed è l'unica del suo genere in tutta la Puglia — si sono preparati per le loro consuete giornate di mare. La destinazione avrebbe dovuto essere uno stabilimento balneare della provincia di Bari, che però si sarebbe rifiutato di accoglierli proprio a causa della loro condizione.

«È assurdo il fatto che questa struttura, scelta anche gli altri anni perché è un ambiente abbastanza protetto, si sia rifiutata di ospitarli adducendo diverse scuse, tutte legate alla malattia dei ragazzi», ha spiegato alla testata locale daBitonto il direttore della Fondazione, Giovanni Vacca. Questione di «disumanità», ma anche e soprattutto di «ignoranza», come si legge ancora nel post Facebook della onlus di Bitonto. Perché il virus dell'Hiv non si trasmette certo tramite un bagno in mare. E condividere la spiaggia, l'ombrellone o la toilette con una persona malata non espone ad alcun rischio. Il virus si può trasmettere solo per via ematica (ad esempio attraverso lo scambio di siringhe), sessuale (nel caso di rapporti non protetti) o verticale (è il caso dei bambini che contraggono l'Hiv dalle madri durante la gravidanza, il parto o l'allattamento). Senza contare che chi segue con attenzione una terapia antiretrovirale ha una carica virale azzerata e pertanto non può trasmettere la malattia.

Per fortuna, rende noto la Fondazione, un altro stabilimento non ha esitato ad accogliere gli ospiti della casa-alloggio. «Per una struttura che ci chiude le porte ce n'è un'altra che le ha aperte. C'è ancora di che sperare», è il commento della onlus. In Italia, le persone sieropositive sono protette dalla legge 135 del 5 giugno 1990, che al comma 5 recita: « L'accertata infezione da Hiv non può costituire motivo di discriminazione, in particolare per l'iscrizione alla scuola, per lo svolgimento di attività sportive, per l'accesso o il mantenimento di posti di lavoro».

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