6 luglio 2019 - 14:13

«Io, arrivato dal Togo, ora costruisco scuole per i piccoli africani»

Arrivato a Siena per studiare, un giovane straniero fonda una associazione e dall’Italia avvia raccolte fondi con l’obiettivo di aiutare il suo Paese

di

«Io, arrivato dal Togo, ora costruisco scuole per i piccoli africani»
shadow

Studiare è un diritto di ogni bambino. Io sono fortunato, ho potuto farlo. Sono nato in Togo e quindici anni fa sono arrivato a Siena, dove oggi vivo, per fare l’Università. Qui con amici italiani ho costituito una associazione che ha l’obiettivo di aiutare i bambini del mio Paese ad andare a scuola. Mi chiamo Tamimou, per tutti Tamim (nella foto con la t-shirt rossa) . Ho una moglie italiana e due bambini di 11 e 7 anni. Lavoro come operaio in una azienda farmaceutica. La mia (nostra) buona notizia è che sta per partire un nuovo progetto, il terzo, che consentirà di mettere in sicurezza una scuola e fornire materiale scolastico in Togo. Ma facciamo un passo indietro. Lo scorso febbraio, una rappresentanza dell’associazione Difezi (https://difezisiena.wordpress.com/) ha incontrato l’ambasciatore italiano in Togo, Giovanni Favilli, per raccontare il progetto appena concluso nella scuola primaria di Kotokoli Zongo (nella foto i protagonisti dell’incontro) e portare un esempio concreto della forza che può avere la cooperazione internazionale. Nel 2016, il primo progetto «Darian» ci aveva permesso di ristrutturare l’edificio scolastico nel villaggio di Komah1, nella regione centrale in Togo. Poi, coinvolgendo altre associazioni ed enti locali, Difezi ha continuato la sua attività di raccolta fondi finalizzata a ristrutturare la scuola primaria nel villaggio Kotokoli Zongo. Il nuovo progetto, «Bisanda», è partito lo scorso fine novembre e ha consentito di rimettere a nuovo la scuola e acquistare materiale per la formazione dei bambini. In Togo, oggi, il tasso di alfabetizzazione è pari al 59,6%. Nel villaggio di Kotocoli Zongo, inoltre, l’80% della popolazione è povera. I bambini, spesso orfani, sono costretti a lavorare per contribuire al sostegno della famiglia e provvedere ai propri bisogni. Questo fenomeno comporta un rallentamento nell’educazione scolastica e l’abbandono precoce degli studi. La mancanza di una scuola agibile, la totale assenza di materiale scolastico adeguato (libri, quaderni, cancelleria) e l’esiguo budget annuo stanziato dalle autorità togolesi contribuiscono ad aggravare questo processo. Ma consentire una formazione adeguata è la base per lo sviluppo dell’area e dell’intero Paese.

Nello specifico i lavori hanno consentito la ristrutturazione di un edificio scolastico pre-esistente composto da 4 locali da destinare alle aule, la costruzione di un altro edificio di due locali e l’acquisto di materiali scolastici. È stato attivato così un processo che coprirà il percorso dalla scuola primaria di primo grado a quella di secondo grado per 854 bambini e bambine del villaggio di età dai 6 ai 12 anni. Parallelamente è stato attivato un o scambio Italia-Togo, che permetterà di migliorare i programmi didattici attraverso il confronto con i docenti promosso dall’Associazione Arancia Blu. Attraverso eventi e bandi sono stati raccolti i fondi sufficienti per questa prima fase di lavoro. Ma c’è ancora molto da fare per mettere altri edifici scolastici dell’area in grado di ospitare gli studenti in sicurezza. Ci hanno supportato la regione Toscana e la Fondazione Chianti Banca. Molte aziende edili del nostro territorio hanno contribuito mettendo a disposizione parte dei materiali per realizzare le opere.

Concludendo, è emozionante vedere i sorrisi dei bambini e la partecipazione attiva dell’intera comunità. Tutto questo però non sarebbe stato possibile senza il contributo dei partner che in Italia e in Togo ci hanno sostenuti: l’associazione Puerto Seguro Onlus, il Forum Territoriale di Siena, chi ha ospitato incontri e manifestazioni, le amministrazioni dei comuni dove viviamo e, soprattutto, le tante persone che con il tesseramento, con contributi spontanei o promuovendo semplicemente l’iniziativa, ci permettono di operare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT