Fiona e Larissa: di madre in figlia, i salti nel tempo degli sportivi

La 16enne figlia della May (e di Iapichino) ha stabilito il record italiano di salto in lungo. Dai Maldini ai Cagnotto, dai Meneghin ai Montano: lo sport italiano è ricco di dinastie vincenti. E all'estero: Villeneuve, Rosberg, Zidane, Clijsters e tanti altri dimostrano che il dna che fa la differenza è spesso un affare di famiglia
Fiona e Larissa di madre in figlia i salti nel tempo degli sportivi

E’ giusto che i figli saltino più avanti dei padri e delle madri. Salti nella sabbia, salti nel tempo. Larissa Iapichino ha battuto di recente il record di salto in lungo con un impressionante 6,64.Nessuna italiana Under 20 aveva saltato così lontano. Larissa ha sedici anni. E’ figlia d’arte. Sua madre è Fiona May, idolo di una intera generazione di atlete. Fiona è stata due volte campionessa di salto in lungo nei mondiali e due volte argento olimpico. Il dna ha dato una mano a Larissa, considerato che anche suo padre - Gianni Iapichino - è stato primatista italiano dell'asta, ma anche valido lunghista (7,95 di record personale).

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Il talento forse non si trasmette, ma una certa attitudine sì. Villeneuve padre (il mitico Gilles) è stato un eroe della Formula 1 degli anni 80. Quando è morto, nel 1982, suo figlio Jacques aveva undici anni. E’ diventato anche lui un bravo pilota, come se in questo cercasse un risarcimento dal destino. Sempre per rimanere nel pianeta-motori. Nico Rosberg ha deciso di smettere a guidare in Formula 1 quando ha vinto il titolo mondiale. Voleva eguagliare suo padre Keke, che aveva compiuto la stessa impresa. La storia dello sport italiano è pieno di famiglie vincenti. Nel basket ci sono i Meneghin. Dino il padre, Andrea il figlio. Nel calcio i Mazzola (Valentino, leggenda del Grande Torino, e Sandro, bandiera dell’Inter) e i Maldini, uniti - sia Cesare che Paolo - nel segno del Milan e della nazionale azzurra.

Superare i propri padri - vincere più trofei, diventare più popolari, conquistare più a lungo la gloria - è prerogativa di pochi eletti. Tra di loro c’è Tania Cagnotto, la regina azzurra dei tuffi allenata - appunto - dal padre Giorgio. A proposito: anche la mamma - Carmen Casteiner - era una specialista di questa disciplina. Quella di Aldo Montano (vincitore di cinque Mondiali e due Europei, più ovviamente l'oro olimpico alle Olimpiadi di Atene 2004)è una famiglia straordinaria, che snoda il proprio percorso nella scherma dal nonno Aldo al padre Mario Aldo. Ci sono ragazzi che hanno provato a seguire le orme dei padri, ma non hanno retto al paragone; altri che - come Enzo e Luca Zidane (figli di Zinedine), Giovanni Simeone (figlio di Diego), Federico Chiesa (figlio di Enrico) e Federico Di Francesco (figlio di Eusebio), ce la stanno mettendo tutta per dimostrarsi all’altezza della fama di famiglia.

E’ questione di responsabilità. E di un nome che pesa. Se ti chiami Mick Schumacher quando ti presenti alla pole position tutti si aspettano che tu tagli il traguardo per primo, perché così faceva Michael. Per le donne è anche più dura. Regina Baresi ha imparato a giocare a calcio con suo padre Beppe, grande dell’Inter negli anni ’70 e ’80. Gioca anche lei in nerazzurro, è capitano dell’Inter che quest’anno ha conquistato la serie A. E’ il carisma che si trasmette di padre in figlia/o.

Oppure decidi di cambiare sport. Come ha fatto la tennista Kim Clijsters, vincitrice di 41 titoli WTA e numero uno nel mondo una quindicina di anni fa. Suo padre Lei è stato uno dei più forti difensori del Belgio negli anni ’80. Ma il richiamo della giungla è più forte. Il danese Kasper Schmeichel è figlio del mitico Peter, tra i più forti portieri del mondo negli anni ’90. Da bambino si sistemava dietro la porta del padre e - correndo di qua e di là - lo studiava mentre volava da un palo all’altro per respingere i tiri degli avversari. E’ stato anche lui un ottimo portiere. Tutta una vita passata a tuffarsi con la mano aperta, come faceva suo padre. Diventare grande, per scoprirsi di nuovo bambino: non esiste felicità che consoli di più.

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