Generazione Z / Experience Is intervista i Selton
Cosa ti offrono dei brasiliani quando vai a trovarli a casa per una chiacchierata? Probabilmente succo di açai e frutta tropicale, ma non se si tratta dei Selton. Brasiliani trapiantati a Milano da dieci anni, si sono appropriati delle tradizioni italiane alla perfezione e mi accolgono con caffè della moka appena fatto. Sono reduci da un festone che celebra il lancio del loro nuovo singolo, Ipanema, in featuring con Malika Ayane e Carlinhos Brown, festeggiato con un party nel cortile del condominio dove abitano. Un luogo che è un posto magico: a quanto dice Eduardo, un giorno è entrato Ronaldinho. Non si sa se è vero o se è stata un’allucinazione, ma di sicuro è qui che nascono tante delle loro canzoni e dove danno vita alle loro fantasie più assurde, tipo quella di trasformare la loro casa in una spiaggia scaricando in cortile 3 tonnellate di sabbia. Tutta colpa della saudagi...
Come è nata Ipanema e la collaborazione con Malika Ayane?«È un pezzo che avuto un percorso diverso dal solito: Dario Faini ovvero Dardust era appena stato in Brasile e ci ha mandato il pezzettino strumentale iniziale, che aveva chiamato semplicemente Ipanema. Noi ci abbiamo scritto sopra e piano piano il pezzo ha iniziato a venire fuori finché alla fine ci siamo accorti che mancava una voce femminile che lo completasse. Lo abbiamo proposto a Malika che si è esaltata e così abbiamo registrato. Tra l’altro non sapevamo che avrebbe fatto X-Factor, non lo sapeva nemmeno lei, quindi è stata proprio una scelta non calcolata».
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Qualche mese fa siete andati in Brasile insieme a Priestess e Willie Peyote. Nuove collaborazioni in vista?«No, abbiamo aperto un’agenzia di turismo, portiamo italiani in Brasile e glielo facciamo visitare. A parte gli scherzi, con questo nuovo disco abbiamo deciso di uscire un po’ dalla nostra bolla e di iniziare a lavorare insieme ad altre persone mettendoci in gioco in modo diverso. Abbiamo sempre parlato di contaminazione ma senza farci contaminare, stavolta abbiamo aperto il nostro mondo ad altri e quindi l’album sarà un mix».
Anche di lingue?«In verità ci viene sempre più naturale scrivere in italiano quindi vedremo. Anche perché appunto lavorando con altri italiani la collaborazione si concentra tanto sulle parole, dato che comunque non siamo madrelingua e nonostante siamo qui da tanto a volte non riusciamo a esprimere i concetti come vorremmo».
Ma quando esce il disco nuovo?«Il prossimo anno: non sappiamo esattamente quando. Ce la stiamo prendendo comoda perché stiamo lavorando in modo completamente diverso, ovvero collaborando con tanta gente, quindi ci godiamo il processo senza fretta. Il disco al giorno d’oggi è quasi un punto di arrivo, a differenza di prima quando invece era il punto di partenza».
Sentite ma cosa dite in Ipanema che non capisco il pezzo in brasiliano e non trovo il testo?«Una cosa tipo "Mentre io sono qui imbarazzato in mezzo alla piazza, sei più bella ogni giorno che passa". Sono le parole di Garota de Ipanema ma rimescolate un po’, una citazione che magari capiamo solo noi ma che ci piaceva inserire».
Negli ultimi mesi avete aperto un blog, come mai?«Perché ci siamo accorti che ci succedono un sacco di cose abbastanza strane e divertenti, che fanno parte del nostro quotidiano e che vanno al di là della musica, e volevamo raccontarle avendo a disposizione uno spazio più ampio di quello che ci dà un post su Instagram. Anche se è un po’ vecchio in realtà come strumento, però non ci interessa, lo facciamo perché ci piace.
In Cercasi casa difendete Milano da chi non la ama. Cosa dite a chi sostiene che qui “c’abbiamo solo la nebbia”?«Intanto da dieci anni a questa parte è cambiata tanto in meglio, è sempre più aperta e cosmopolita. E noi l’abbiamo scelta come casa. La cosa strana è che quando andiamo in Brasile ci manca, e mentre siamo qui ci manca il Brasile. Di base è una cosa che riguarda tutti coloro che scelgono di vivere la propria vita in un luogo diverso da quello in cui siamo nati».
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Mi autoinvito a casa vostra, cosa mi preparate?«Daniel: Io ti preparerei l’açai perché sono in fissa. Sono bacche superhealty, che si frullano con sciroppo di guaranà e poi aggiungi la granola ed è buonissimo... Ramiro: Io cous cous e hummus che sono le mie specialità».
Brasilianissime proprio, eh.«Daniel: Ma Ramiro ha il papà egiziano quindi… Ramiro: Sì noi siamo brasiliani “per dire”, perché tutti abbiamo origini miste. Mio papà è nato ad Alessandria d’Egitto, Dudu ha origini polacche. Eduardo: Io infatti ti faccio le lasagne polacche».
E cosa si beve?«Daniel ed Eduardo: Cachaça, sempre. Ramiro: Io sto diventando sempre più bravo a fare la caipirinha».
Chi regge di più? Chi di meno?«Daniel è il primo che si ubriaca, Ramiro quello che potrebbe avanti a bere tutta la notte».
Siete insieme da dieci anni, cosa è cambiato?«La consapevolezza. Siamo partiti proprio per caso e invece adesso sappiamo dove stiamo andando».
Vediamo come lavorano i Selton in gruppo: facciamo un recap della vostra storia, due frasi a testa.«Daniel: Abbiamo fatto il liceo insieme, ci siamo incontrati per caso a Barcellona e abbiamo iniziato a suonare per caso. La produzione del programma Italo (Spagnolo) di Fabio Volo ci ha sentito e ci ha portati a Milano per fare un disco con i pezzi di Enzo Iannacci, Banana à Milanesa. Eduardo: Ci siamo ritrovati a Milano in veste di band e con un sacco di canzoni che avevamo scritto e abbiamo capito che volevamo fare quello nella vita. Però eravamo lontani da casa e sentivamo la nostalgia, così abbiamo fuso le nostre vite come una vera famiglia e abbiamo fatto dei dischi. Ramiro: E adesso è da un po’ di anni che cerchiamo di far diventare Milano un po’ più tropicale, e pian piano ce la stiamo facendo infatti ieri sera c’è stato un acquazzone tropicale durante la nostra festa. E poi ieri abbiamo messo una piscina nel nostro palazzo e adesso siamo qui a parlare con te. Daniel: Alla fine lo scopo di tutto questo percorso era di chiacchierare con te su questa panchina, vedi?».
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