Andrà agli arresti domiciliari e non in carcere Carola Rackete, la comandante della Sea Watch arrestata all’alba dopo aver violato l’alt della Guardia di Finanza ed essere entrata nel porto di Lampedusa speronando una motovedetta delle Fiamme Gialle nel tentativo di arrivare in banchina. I domiciliari sono stati decisi dalla Procura di Agrigento che la accusa di resistenza e violenza a nave da guerra e tentato naufragio. Per la Sea Watch - per effetto del dl Sicurezza bis - scatteranno il sequestro amministrativo e una sanzione da 20 mila euro che, in caso non venisse pagata nei termini, potrà arrivare fino a 50 mila. «Le ragioni umanitarie - commenta il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, riferendosi alla motovedetta della Guardia di Finanza speronata - non possono giustificare atti di inammissibile violenza nei confronti di chi, in divisa, lavora in mare per la sicurezza di tutti».

I migranti, subito condotti nell’hotspot di contrada Imbriacola, resteranno lì per l’identificazine fino al loro trasferimento nei cinque Paesi europei che hanno dato la disponibilità ad accoglierli



L’arresto appena giunta al porto

La comandante, arrestata in flagranza, ha indicato un’abitazione a Lampedusa come domicilio in cui scontare gli arresti. Entro 48 ore la Procura di Agrigento, guidata da Luigi Patronaggio, dovrà chiedere al gip la convalida dell’arresto. Il giudice delle indagini preliminari ha altre 48 ore per fissare l’udienza, che si terrà ad Agrigento, in cui si dovrà decidere se convalidare o meno il provvedimento. Secondo quanto si apprende, la Rackete non verrà processata per direttissima, ma il caso seguirà le vie ordinarie. Le accuse che i pm le rivolgono sono la violazione degli articoli 1100 del codice della navigazione, che sanziona con la pena massima di 10 anni chi fa violenza o resistenza a una nave da guerra, e il tentato naufragio, previsto dagli articoli 110 e 428 del codice penale, e sanzionato con la pena massima di 12 anni. La Procura, nelle prossime ore, valuterà anche se ci sono profili di reato nella condotta dell’equipaggio della nave. Nessuna responsabilità è invece configurabile per i parlamentari che sono a bordo della Sea Watch.



Salvini: «Sto con la legge e le forze dell’ordine»

E sul caso è intervenuto questa mattina il ministro dell’Interno Salvini: «Io sto con le Forze dell’Ordine, io sto con la Legge, io sto con l’Italia» ha scritto sui social, esprimendo «solidarietà alle donne e agli uomini delle Forze dell’Ordine e della Guardia di Finanza in particolare, visto che poche ore fa hanno rischiato la vita per la scelta criminale della Sea Watch. Da giorni stanno difendendo la legalità e i confini italiani, costretti agli straordinari da una nave pirata e da alcuni parlamentari di sinistra (tra cui un ex ministro) che anziché stare con le Forze dell’Ordine e con l’Italia hanno scelto di schierarsi con una ong tedesca che ha schiacciato una motovedetta delle Fiamme Gialle. I nostri finanzieri erano in grave difficoltà ma i parlamentari di sinistra applaudivano la capitana della Sea Watch».


«Ho seguito ora per ora, minuto per minuto quello che è successo stanotte a Lampedusa - ha dichiarato il ministro leghista in diretta Facebook in mattinata -: fortunatamente nessuno si è fatto male ma si è rischiato il morto, si è rischiato il disastro».Il vicepremier ha definito «atto criminale» la manovra dalla Sea Watch per entarare in porto: «I video della nave che tenta di schiacciare la motovedetta della Gdf sono evidenti, nessuno può più far finta di niente: questi sono delinquenti. Questo è un atto criminale e di guerra. Altro che salvare vite». Secondo il vicepremier: «Hanno gettato la maschera, sono delinquenti insieme ai trafficanti di esseri umani che con quei soldi ci comprano armi e droga».

Aggiunge il ministro: «Ci sono navi di altre due ong, una tedesca e una spagnola, che si stanno facendo rotta verso li Mediterraneo. Ong avvisate, mezze salvate: maxi multa, sequestro dell’imbarcazione, divieto dell’ingresso nelle acque territoriali e - in caso di disubbidienza - arresto. Siccome ci sono Open Arms e Alan Kurdi che dai tracciati pare si stiano avvicinando alla Libia, avete capito come funziona in Italia, finalmente c’è un governo che fa rispettare le leggi di questo Paese, non ci prendete più per fessi». Sempre in diretta Facebook Salvini ha anche spiegato che «dal primo all’ultimo, in 41, i migranti della Sea Watch verranno ospitati in cinque Paesi europei: Francia, Finlandia, Lussemburgo Portogallo e Germania».

Centinaio: «Sarebbe stato meglio scortare la nave in acque internazionali»

«Nel momento in cui la Sea Watch attracca a Lampedusa è normale che la comandante sia arrestata. Personalmente, io avrei preferito far accompagnare la Sea Watch in acque internazionali da una nave della marina militare, ma quando entra in porto, questo non è più possibile ha aggiunto stamane il ministro per le Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio, intervenuto in diretta durante Notizie Oggi in onda su Canale Italia 83. «Nel momento in cui la comandante della Sea Watch non rispetta le regole e sfida l’Italia -ha sottolineato- riceve il plauso dei parlamentari del Partito Democratico che avviano perfino una raccolta fondi per pagare le spese legali».

Nave-ambulanza o imbarcazione militare?

«Ma la Sea Watch è una nave soccorritrice, va paragonata ad una ambulanza o a una macchina privata che per portare un ferito in ospedale mostra fazzoletto bianco o suona il clacson», ha invece osservato Gregorio De Falco, ex comandante della Guardia Costiera e attualmente senatore del Gruppo Misto. «Sea Watch non avrebbe potuto andare in altri porti, il più vicino è Lampedusa e non aveva alcun titolo a chiedere ad altri, sebbene lo abbia fatto. Ha atteso tutto quello che poteva attendere - continua De Falco - finché non sono arrivati allo stremo; a quel punto il comandante ha detto basta ed è entrata per senso di responsabilità. E’ perverso un ordinamento che metta un uomo, o una donna in questo caso, di fronte a un dramma di questo tipo. Quella nave aveva un’emergenza e aspettava da troppo».



I leghisti: «Zingara, vattene: devi andare in galera»

Anche il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris ha dimostrato solidarietà nei confronti del capitano con un tweet: «Nell’Italia devastata da corruzioni e mafie, dove le deviazioni istituzionali sono sistema, ora arrestano Carola, comandante coraggiosa della Sea Watch, per il reato di umanità. È un dovere salvare vite umane in mare, è un reato farle morire. In Italia è il rovescio!»

E non sono mancati gli insulti, alcuni choccanti. «Spero che ti violentino sti negri». E’ solo uno degli insulti sessisti rivolti da un gruppo di leghisti di Lampedusa alla giovane comandante della Sea Watch, al momento del suo arresto a Lampedusa. A pubblicare sulla sua pagina Facebook il video con gli insulti è il senatore Pd Davide Faraone che era a bordo nella Sea Watch. «Ti piace il ca...o dei neri», hanno gridato. E ancora: «zingara, venduta, vattene, vergognati. Devi andare in galera». E anche insulti ai deputati sulla nave: «Vi devono violentare le mogli».

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