29 giugno 2019 - 08:05

Trump: «Con Xi incontro eccellente» È tregua nella guerra dei dazi | L’invito a Kim con un tweet

Gli Usa non imporranno nuove tariffe sulle importazioni cinesi, riferiscono i media di Pechino dopo l’incontro tra i due leader al G20 di Osaka

di Guido Santevecchi, corrispondente da Pechino

Trump: «Con Xi incontro eccellente» È tregua nella guerra dei dazi | L'invito a Kim con un tweet
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I negoziati commerciali tra Stati Uniti e Cina ripartono. La nuova ondata di dazi su 300 miliardi di dollari di esportazioni cinesi non ci sarà, anche se restano in vigore i dazi già in corso da mesi su 200 miliardi di dollari di export made in China. E anche sul fronte Huawei sembra partire una sorta di tregua armata: Donald Trump dice che le aziende americane al momento sono libere di continuare a vendere componenti tecnologiche al colosso cinese.

La soluzione del contenzioso su Huawei verrà alla fine del negoziato commerciale, annuncia il presidente, dopo l’incontro con Xi Jinping. L’esito del faccia a faccia tra il presidente cinese e quello americano a Osaka, a margine del G20, è dunque positivo: l’ascia della guerra commerciale è stata sotterrata da Trump (non troppo in profondità però, in modo da poterla riprendere se servisse).

Di sicuro il presidente americano è venuto in Asia nella sua versione dialogante, come dimostra anche l’invito lanciato su Twitter a Kim Jong-un per un vertice volante da tenere domani in Corea, sul confine. E Pyongyang ha subito risposto che la proposta «è significativa e interessante». L’obiettivo, ha spiegato Xi Jinping, è ristabilire «coordinamento, cooperazione e stabilità» tra i due Paesi.

È un ritorno ai tempi epici della diplomazia del ping pong architettata da Kissinger e Zhou Enlai la formula invocata da Xi. Il leader cinese ha preso la parola per primo questa mattina, sedendosi davanti a Donald Trump intorno a un tavolo con tovaglia bianca, colore di tregua. Sono le 11,45 ora di Osaka (le 4,45 in Italia), Trump e Xi si stringono brevemente la mano e riprendono il dialogo dopo la clamorosa rottura dei negoziati commerciali a maggio, quando il presidente degli Stati Uniti ha sparato una bordata di dazi al 25% su centinaia di miliardi di dollari di merci cinesi. In mancanza di accordo su una nuova tregua negoziale, a inizio luglio sarebbero partiti dazi su altri 300 miliardi di dollari di export made in China.

Un danno per tutta l’economia globalizzata. Xi ha calato subito la carta della saggezza storica, ricordando che «nel 1971 a Nagoya, poco lontano da dove ci troviamo ora, atleti cinesi e americani si incontrarono ai campionati di tennis da tavolo. Cominciava la diplomazia del ping pong; nel 1979, quarant’anni fa, Cina e Stati Uniti stabilirono piene relazioni e da allora i nostri Paesi hanno tratto beneficio dalla cooperazione e sofferto nei momenti di frizione e confronto. Servono di nuovo coordinamento, cooperazione e stabilità», conclude Xi Jinping. È il turno di Donald Trump, che ringrazia: «In questi due anni siamo diventati amici, ricordo il viaggio a Pechino come uno dei più incredibili dela mia vita». E viene al punto: «Ora serve un accordo commerciale equo, se riusciremo a concluderlo faremo la storia, sarebbe un fatto di importanza monumentale». Due minuti di dichiarazioni preliminari, poi i microfoni vengono spenti e la stampa invitata ad uscire, mentre i reporter americani gridano domande sul futuro di Huawei, il gigante tecnologico preso ostaggio della guerra commerciale.

Alle 13,10 Trump era già impegnato in un nuovo colloquio, con il turco Erdogan. Quindi il vertice della verità con Xi sul fronte dei dazi è durato 80 minuti, meno dei 90 che erano stati annunciati. Sono bastati a rimettere in marcia il dialogo. Trump ha riassunto così il vertice con Xi: «Siamo di nuovo in carreggiata, vedremo quello che succederà, ma l’incontro è stato molto buono». Pochi minuti e i cinesi rompono il silenzio con la loro versione del vertice: secondo l’agenzia di stampa ufficiale cinese «Xinhua», i due leader hanno concordato di rilanciare i colloqui commerciali e di tenere ulteriori discussioni in merito a questioni «specifiche». E soprattutto, per ora niente nuovi dazi. Pechino sottolinea che si discuterà sulla base di «eguaglianza e mutuo rispetto». Nella conferenza stampa finale, prima di partire con la speranza di una bella stretta di mano sul 38° Parallelo con Kim, il presidente americano ha confermato la versione cinese: non scatteranno i nuovi dazi; ha sostenuto che userà il denaro incassato tassando le merci cinesi per compensare gli agricoltori americani che sono «dei grandi patrioti» (e degli elettori di peso, ndr); ha spiegato che con Xi ha discusso anche del caso Huawei, ma che questo sarà risolto per ultimo, alla fine dei negoziati commerciali. Intanto però le aziende americane potranno continuare a vendere componenti a Huawei: «Perché a me piace che le aziende americane vendano prodotti americani nel mondo».

Trump non si è spostato di un millimetro invece sul fronte del cambiamento climatico: il documento finale del G20 che contiene un riferimento al contrasto del riscaldamento terrestre, concordato a Parigi, ha solo 19 firme, senza quella degli Stati Uniti.

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