Istigazione al furto

Un restauratore torinese in vacanza ad Alghero scende dall’auto dimenticando i finestrini abbassati. Al ritorno, racconta la Nuova Sardegna, trova sul lunotto una multa di 41 euro per istigazione al furto. Pensa a un’allucinazione, a una goliardata o a un colpo di sole del vigile. Invece l’articolo 158 del codice stradale non gli lascia scampo: il reprobo non ha adottato «tutte le opportune cautele atte a impedire l’uso del veicolo senza il suo consenso». Bisogna riconoscere che l’efficienza dei controlli pubblici nel nostro Paese è distribuita in modo abbastanza irregolare. Ultimamente andiamo forte nella chiusura-porti e nell’apertura-finestrini, un po’ meno nel fare le bucce a evasori e a corruttori. Ma si sa, l’importante è incominciare.

Vorrei però spezzare una lancia, o almeno un tergicristallo, a favore dell’automobilista multato. Riconosco che la sua colpa è grave, forse inemendabile, perché rivela una preoccupante propensione a fidarsi del prossimo e a sottovalutare i pericoli della giungla urbana in cui gli tocca vivere. Ma andrebbe anche inquadrata nel contesto sconsolante di questi giorni. Se è vero che siamo circondati da magistrati che intrallazzano per i posti, professori che truccano i concorsi universitari e manigoldi di varia estrazione che trafficano intorno ai bambini, lasciare abbassato il finestrino della propria auto è un gesto rivoluzionario di speranza nel genere umano e in particolare in quello italiano. Quasi un guanto di sfida.

29 giugno 2019, 06:59 - modifica il 29 giugno 2019 | 06:59

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