Il Watergate Hotel è stato teatro del più grande scandalo della storia americana. Siamo nel 1972 e in questo palazzo di Washington, quartier generale del Comitato nazionale democratico, vennero scoperte le intercettazioni illegali effettuate da uomini legati al Partito Repubblicano. L'inchiesta giornalistica dei report Bob Woodward e Carl Bernstein portò alla richiesta di impeachment e alle dimissioni di Richard Nixon, allora Presidente degli Stati Uniti. Ma è stata la guardia di sicurezza del Watergate Hotel a scoprire l'intrusione nella sede della campagna e la raccolta fondi del Partito Democratico, al sesto piano dell'albergo. 

Dopo 10 anni di chiusura e un lifting da 125 milioni di dollari, l’hotel di Washington ha riaperto nel 2016 con tanto di citazioni ironiche ai fatti che portarono alle dimissioni di Nixon. E per continua a giocare con l'ingombrante passato, per celebrare il 47esimo anniversario dello scandalo l'hotel sta chiedendo ai suoi ospiti di provare a imbucarsi e a violare la cassaforte vintage Mosler allestita nell'enclave rossa e dorata del The next whisky bar.

All'interno della cassaforte un raro e pregiato whisky del 1960: ne sono state prodotte solo 1347 bottiglie, magicamente riapparse in una cantina del Regno Unito nel 2008. Ed è stato scelto non a caso per la sua storia, per l'anno di distillazione - lo stesso in cui Nixon perse le elezioni presidenziali contro John Fitzgerald Kennedy - e per il fatto che più della metà di quelle bottiglie, una volta aperte, erano imbevibili, raddoppiando quindi la suspance.

Per aprire la cassaforte, e svelare il mistero, gli ospiti dovranno capire la combinazione corretta: c'è un codice da decifrare, proprio come in una spy story, che è anche il fil rouge di questo hotel. Sulle chiavi di tutte le stanze c'è scritto «Non c'è bisogno di intrufolarsi». Se si chiama il centralino, la musichetta dell'attesa è stata sostituita dai famigerati nastri segreti di Nixon. E non poteva mancare la Scandal Room 214, allestita dalla costumista hollywoodiana Lyn Paolo. Insomma, roba da veri intenditori.

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