26 giugno 2019 - 10:12

Sea Watch 3, «Abbiamo forzato il blocco a Lampedusa». Ora è ferma davanti al porto. Salvini: «Non scendono»

La Commissione europea sta esplorando dove poter collocare i migranti a bordo della Sea Watch una volta sbarcati. Il ministro Salvini: «Se sbarcano in Italia sequestriamo la nave»

di Valentina Santarpia e Claudio Del Frate

Sea Watch 3, «Abbiamo forzato il blocco a Lampedusa». Ora è ferma davanti al porto. Salvini: «Non scendono»
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La Sea Watch ha deciso di forzare il blocco ed è entrata in acque italiane. Ne ha dato notizia la stessa ong pochi minuti dopo le 14. «La situazione a bordo era disperata, siamo in stato di necessità, sappiamo cosa rischiamo» ha fatto sapere la capitana Carola Rackete. Subito dopo una motovedetta della Guardia di Finanza si è diretta verso la Sea watch per intimare l’alt. Ora l’organizzazione rischia il sequestro della nave e una forte multa (fino a 50.000 euro) in base al decreto sicurezza bis. «Nessuna istituzione europea - ha aggiunto Johannes Bayer, presidente di Sea Watch - vuole prendersi la responsabilità e sostenere la dignità al confine dell’Europa nel Mediterraneo. Questo è il motivo per il quale ci siamo assunti la responsabilità per conto nostro. Entriamo nelle acque italiane dato che non è rimasta più nessuna altra opzione per assicurare la sicurezza dei nostri ospiti, i cui diritti fondamentali sono stati violati per un tempo sufficientemente lungo. Le garanzie dei diritti umano non deve essere condizionata ad un passaporto o ad alcuna negoziazione Ue: devono essere indivisibili».

Aggiornamento alle 18

Mentre la Guardia di Finanza è salita a bordo della Sea Watch, Salvini alza ulteriormente il tiro nei confronti dell’Europa: in una nuova diretta facebook minaccia di far sbarcare i migranti senza procedere all’identificazione «così che se ne possano tranquillamente andare in altri Paesi europei». Altra minaccia, per ora solo a parole, quella di istituire barriere fisiche con la Slovenia se dovesse continuare il flusso di arrivi cia terra dai Balcani. Un atto contrario alla libertà di movimento all’interno del territorio dell’Unione.

Aggiornamento alle 17

Lea Sea Watch è giunta davanti al l’imboccatura del porto di Lampedusa ed è ferma, affiancata da una motovedetta della Finanza. Per ragioni di traffico un eventuale sbarco potrebbe avvenire solo dopo le 20.30 anche se Salvini ribadisce non verrà data l’autorizzazione a far scendere i migranti. «Attendo direttive da Roma» ha detto il prefetto di Agrigento, Dario Caputo. Sempre al prefetto spetterebbe il compito di multare e sequestrare la nave in base al decreto sicurezza bis.

Aggiornamento alle 16

La Sea watch e la motovedetta della Guardia di Finanza sono ormai a stretto contatto in vista della costa di Lampedusa, dunque ampiamente nelle acque territoriali italiane. L’unità militare ha intimato alla nave ong di fermarsi ma l’ordine è stato ignorato. Sul molo sono stati schierati i carabinieri. La Farnesina ha chiesto al governo olandese «di assumersi le proprie responsabilità rispetto alla Sea Watch come Paese di bandiera». L’ambasciatore italiano all’Aia ha formalizzato la protesta del governo e adesso è cominciata la trattativa per la distribuzione dei migranti che si trovano a bordo della Sea Watch.

Salvini: «Germania e Olanda ne risponderanno»

La decisione della capitana Rackete scatena l’immediata reazione del ministro dell’interno Matteo Salvini, secondo il quale i migranti sarebbero dovuti rimanere davanti a Lampedusa «fino a Natale»: «Schiero la forza pubblica, non sbarca nessuno» annuncia perentorio via facebook. E prosegue: L’immigrazione non può essere gestita da navi fuorilegge: siamo pronti a bloccare qualunque tipo di illegalità’. Chi sbaglia, paga. La Ong Sea Watch se ne frega delle leggi è una nave fuorilegge che mette a rischio la vita degli immigrati per uno schifoso squallido giochino politico. Useremo ogni mezzo democraticamente concesso per bloccare questo scempio del diritto. L’Italia non può essere punto di approdo per chiunque sia complice dei trafficanti di esseri umani. Nessuno pensi di poter fare i porci comodi suoi».

Il vicepremier allarga lo strappo con la Ue

Salvini non risparmia toni sprezzanti : « I governi di Germania e Olanda ne risponderanno. Facciano partire un aereo per caricarne un po’ ad Amsterdam, un po’ a Berlino e quello che avanza a Bruxelles». Poi definisce la capitana della nave «Una sbruffoncella». Il vicepremier approfitta poi della vicenda Sea watch per allargare lo strappo con la Ue sul tema del debito pubblico e delle tasse: «Noi paghiamo per che cosa? Per farci mandare gli ispettori? Per farci fare le infrazioni sul debito che aumenta proprio per colpa di normative europee che sono fatte apposta per fregare l’Italia e gli italiani facendo aumentare il debito e far chiudere le imprese. Basta c’è un limite alla sopportazione. Abbassare le tasse non sarà un diritto, ma un dovere di questo Governo e se in Europa saranno contenti saremo contenti anche noi, altrimenti andiamo avanti lo stesso».

La trattativa Ue

Una volta che i migranti saranno sbarcati, sarà l'Unione europea a gestire il ricollocamento nei vari Paesi. Lo ha fatto sapere una portavoce dell'esecutivo Ue a chi le chiedeva se Bruxelles possa svolgere un ruolo di coordinamento sulla Sea Watch 3, l'imbarcazione al largo di Lampedusa con 42 migranti a bordo da 14 giorni in attesa di un porto dove sbarcare. «Ieri sera la Commissione ha ricevuto una richiesta di sostenere in maniera proattiva gli Stati membri che cercano soluzioni di ricollocamento per le persone che si trovano a bordo della Sea Wacht una volta sbarcati», ha spiegato la portavoce, chiarendo che l'Unione europea è in contatto con vari Stati membri.

La rabbia a bordo

La situazione a bordo della nave della ong tedesca si era fatta di ora in ora sempre più tesa: dopo la decisione della Corte di Strasburgo, che non ha ravvisato circostanze «eccezionali» tali da intervenire per spingere il governo italiano a cambiare idea, i migranti a bordo «sono disperati. Si sentono abbandonati. Ci hanno detto che la vivono come una negazione, da parte dell'Europa, dei loro diritti umani», aveva scritto Sea Watch.

Il corpo nella rete da pesca

Perché, va detto, per molti migranti l’alternativa alla fuga e all’esilio è la morte, come dimostra l’ennesimo macabro ritrovamento di ieri. Il cadavere di un uomo è stato recuperato a circa 25 miglia dalla costa di Sciacca, in provincia di Agrigento, dal motopeschereccio «Mamma Giovanna». Il corpo si era aggrovigliato nella rete da pesca. Il capitano dell’imbarcazione ha subito avvisato la Guardia costiera. L’ipotesi è che si tratti del cadavere di un migrante annegato nel tentativo di raggiungere l’Italia.

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