Jacquemus, decimo anniversario con una sfilata nei campi di lavanda della Provenza

Lo stilista francese ha scelto i campi di lavanda di Valensole come cornice per la sua sfilata Primavera Estate 2020 e racconta a Vogue del potere del "pop", di come occorra sostenere la creatività anche fuori da Parigi e di come abbia trovato la felicità
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Les vacances sono dietro l’angolo in Provenza. E mentre le coppie prendono il sole sorseggiando calici di rosé sui calanchi di Marsiglia e dei dintorni, l’inebriante altopiano di lavanda di Valensole è in piena fioritura (per un solo mese) con nuvole di farfalle che svolazzano sopra la distesa di fiori viola che sembra stendersi all'infinito, oltre l’orizzonte. Per lo stilista con la passione per Instagram, Simon Porte Jacquemus, è la cornice perfetta in cui organizzare la sua sfilata Primavera Estate 2020 (che include per la prima volta sia proposte mascili che femminili) in occasione del decimo anniversario del marchio.

Qui, l’opportunità di scattare la perfetta immagine Instagram tra i fiori di lavanda, costi quel che costi, è talmente irresistibile che sono stati persino eretti grandi cartelli stradali con silhouette di persone in posa che allertano gli automobilisti dell’incombente "pericolo" creato dal popolo Instagram, soprattutto durante il mese di giugno.

È qui soprattutto che Vogue incontra Jacquemus, appena 24 ore prima dell’inizio della sua sfilata. Di lontano, lo scorgo in piedi su una linea di 500 metri color rosa Pepto Bismol disposta tra due file di lavanda; una passerella che rende omaggio agli artisti Christo e Jeanne-Claude e all’installazione di David Hockey per la Royal Academy intitolata The Arrival of Spring in Woldgate, East Yorkshire del 2011.

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È la terza volta che lo stilista sfila nel sud della Francia, ma la spettacolare ed unica cornice di Valensole incarna, forse in maniera più potente, quelle che sono le sue suggestive citazioni, la sua visione audace e il talento di pensare in grande. Jacquemus è cresciuto ad un’ora di distanza da Mallemort ed è affascinato dall’appeal “pop” dei campi di lavanda - selfie inclusi - riferendosi, deliberatamente, al luogo come un "cliché provenzale".

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«Con questa passerella, alcune persone ricorderanno solo la lavanda», spiega Jacquemus, voltando il capo verso questo scenario da sogno dove il suo team super affiatato sta testando le scarpe con zeppe vertiginose della collezione sul pendio scosceso della passerella. «Altri vedranno invece la somiglianza con il dipinto di Hockney. Voglio che tutti siano in grado di capire il mio lavoro».

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I dipinti di Hockney, come quelli di Paul Cézanne e Jean Lurçat, hanno fatto da punto di partenza per la collezione intitolata Le Coup de Soleil o Colpo di sole - un’allusione alla palette formata da colori saturi e “non troppo borghesi” tipica dello stilista. Oggi, poi, il titolo sembra riferirsi anche al colorito che ha sulle guance dopo un giorno passato tra i campi.

Marion Leflour. Courtesy Jacquemus

«Ieri stavo guardando il moodboard e ho realizzato che sembra un tequila sunrise», afferma con quel tono impudente che abbiamo imparato a conoscere bene. La sfilata esprime anche questo suo nuovo amore per le stampe dal potere elettrizzante. Questa stagione ci sono ben 35 stampe ad accompagnare il mood celebrativo dei capi (la scorsa stagione ce n’erano soltanto tre).

All’età di soli 29 anni, Jacquemus ha molto da festeggiare. Vanta nomi quali Rihanna, Dua Lipa e Charlene di Monaco tra le sua fan e un milione di follower su Instagram. Non paga nessuno per indossare le sue creazioni e il fatto che Beyoncé compri dal suo store online, proprio come qualsiasi altra donna alla ricerca di un capo che non passi inosservato, «è il più gran complimento che esista. Non solo perché sono vere e proprie star, ma perché hanno di tutto e scelgono di indossare Jacquemus».

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Dieci anni fa lo stilista era già un "sovvertitore" e organizzava sfilate flash-mob in strada fuori da Dior durante la Fashion Week di Parigi. Allora, come oggi, lo scopo era «non interporre mai alcuna barriera tra me e il pubblico e utilizzare ogni mezzo a mia disposizione per farmi sentire».

Marion Leflour. Courtesy Jacquemus

Oggi, il fatto che la Settimana della Moda Uomo di Parigi si concluda con la sfilata anniversario di Jacquemus nel sud della Francia è significativo. «Desidero sempre essere quella voce che afferma che esiste altro oltre Parigi», ci spiega sullo sfondo di un’orchestra d’api. «Vivo a Parigi, il mio studio è a Parigi, lo stesso vale per il mio team. La adoro, ma è altresì importante mandare un altro messaggio positivo, ovvero che si può uscire da quella grande città. Quando iniziai avevo 19 anni, guardavo i giovani stilisti e mi sentivo molto lontano da loro. Non si rivolgevano a me, né a mia nonna o a mia zia».

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Il momento clou per il marchio fu la sfilata Autunno Inverno 2014 che aveva soprannominato «la sfilata piscina», una collezione che aveva fatto furore nella moda a livello internazionale. «È stato qualcosa di speciale in quanto ero l’unico nuovo stilista in calendario e le modelle avevano un look piuttosto mascolino, cosa abbastanza inusuale per la scena parigina di allora», ci racconta a proposito dell’era pre-Vetements della capitale francese. Ma è stata la gioia della collezione Primavera Estate 2016 – «la sfilata coi cappelli» - ci racconta con sincero candore - «che mi ha reso davvero famoso».

Con la fama sono arrivati anche i gossip di offerte di lavoro da parte di grandi case di moda, per i quali ha ora sviluppato una risposta pronta e molto azzeccata: «Dico sempre che "non ho bisogno di una grande casa (di moda), la mia grande casa è Jacquemus". E lo continuo a ripetere sempre più ad alta voce».

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Come per la scelta della location per la sfilata, lo stilista sa perfettamente il fatto suo. «La mia missione è essere il volto di una generazione che non si limita a pensare al futuro del pianeta ma che ambisce anche a quella felicità che non è determinata dall’aver tanti soldi».

Il sole sta per tramontare e la frenesia di farfalle inizia a scemare. È uno scenario di pace. Il popolo delle influencer si metterà presto in viaggio sulla strada verso Aix-en-Provence, sconfitto dalla luce ormai evanescente. Jacquemus getta uno sguardo oltre il suo "sentiero dorato" verso I campi di lavanda. «Quando la gente mi chiede come mi vedo tra 10 anni, rispondo "felice". Voglio seguire qualcosa che mi porti verso la felicità».

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