Il presidente americano Donald Trump ha emanato un ordine esecutivo che impone nuove sanzioni all’Iran, in seguito all’abbattimento di un drone sullo Stretto di Hormuz da parte dei Pasdaran, giovedì scorso. Le sanzioni mirano a negare l’accesso alle istituzioni finanziare internazionali alla guida suprema della Repubblica islamica, Ali Khamenei, e a suoi stretti collaboratori. È la prima volta che Khamenei viene direttamente colpito da sanzioni americane. La decisione arriva dopo le tensioni della scorsa settimana che avevano portato a un passo dai raid americani su installazioni militari iraniane, poi sospesi all’ultimo momento dallo stesso Trump.

Trump ha rivelato poi di aver invece ordinato un attacco cibernetico sui sistemi di controllo dei missili iraniani, per evitare “vittime”. Il leader Usa ha però mantenuto un atteggiamento ondeggiante. Ieri notte è tornato a esprimersi contro l’eventualità di una guerra, in un’intervista all’Nbc. Indiscrezioni riportate dal Wall Street Journal hanno anche rivelato come se la sia presa con John Bolton e Mike Pompeo che avrebbero cercato di “plagiarlo” e “caricarlo” per spingerlo all’attacco: «Queste persone vogliono spingerci alla guerra, è uno schifo. Io non voglio. Non abbiamo bisogno di altre guerre».

Gli ha subito risposto Jawad Zarif, per il quale «ogni passo distensivo è benvenuto». Il consigliere alla Sicurezza John Bolton, in Israele per incontri con funzionari israeliani e russi sulla situazione in Siria e Iran, ha invece avvertito l’Iran a non confondere «la prudenza con la debolezza» in merito alla risposta finora contenuta degli Usa. Poi sono arrivate le nuove sanzione che questa volta colpisco il vertice supremo della Repubblica islamica. Trump ha però lasciata la porta aperta al dialogo, «senza pre-condizioni», con lo stesso Khamenei, un po’ come aveva fatto con il dittatore nordcoreano Kim Jong-Un.

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