Roma, scavalca per entrare a un rave abusivo alla Sapienza: si indaga per omicidio colposo

Lazio
Foto di archivio (Agenzia Fotogramma)

Il pm titolare dell'inchiesta ha ricevuto una prima informativa della polizia e ha disposto l'autopsia sul corpo del giovane. L'accusa è rivolta contro ignoti. Una seconda informativa verrà ultimata dalla Digos e riguarderà il party abusivo organizzato nell'ateneo

La Procura di Roma sta indagando per omicidio colposo in merito al decesso di Francesco Ginese, il ragazzo di 26 anni morto scavalcando il muro di cinta dell'università Sapienza per entrare a un rave abusivo. Il pm Stefano Rocco Fava, titolare dell'indagine, ha ricevuto una prima informativa della polizia e ha disposto l'autopsia sul corpo del giovane. L'accusa di omicidio colposo è rivolta contro ignoti.

La seconda informativa riguarda il party abusivo

Sono due le informative della polizia giunte in Procura sulla vicenda. La prima, relativa alla morte di Ginese, è stata già inviata a piazzale Clodio, mentre l'altra, secondo quanto si è appreso, verrà ultimata dalla Digos e riguarderà il party abusivo organizzato tra le mura dell'ateneo. Gli investigatori stanno visionando le immagini della serata. Al vaglio degli inquirenti sia la posizione degli organizzatori della Notte Bianca alla Sapienza che di chi ha la giurisdizione sugli spazi dell'ateneo. Nell'informativa ai pm ci saranno anche le risultanze dell'attività di monitoraggio e osservazione effettuata nella notte tra venerdì 21 e sabato 22 giugno dagli agenti di polizia.

La ricostruzione dei fatti

Dopo l'incidente le condizioni di Ginese, originario di Foggia e studente modello iscritto alla Luiss, sono apparse fin da subito disperate. Dai primi accertamenti degli investigatori, sembra che il ragazzo si trovasse in compagnia di un amico quando ha deciso di scavalcare il cancello di viale dell'Università forse per non pagare il biglietto, a sottoscrizione, o evitare la fila all'ingresso principale. Sgomento tra i familiari e gli amici di Francesco, che dopo una laurea in politica internazionale alla Luiss aveva da poco iniziato un lavoro in una multinazionale. Appena avvertiti dell'accaduto i genitori sono partiti da Foggia e sono rimasti accanto al ragazzo fino all'ultimo.

Al party abusivo hanno partecipato 2500 ragazzi

Erano circa 2500 le persone presenti all'interno della città universitaria per l'evento non autorizzato. È quanto sarebbe emerso dalle prime verifiche degli inquirenti. "Sapienza Porto Aperto - si legge in un lungo post di cordoglio verso la famiglia della vittima pubblicato sulla pagina Facebook dell'iniziativa - non è stato un rave. È stata piuttosto un'iniziativa artistico-culturale articolata in dibattiti sull'attualità, sport, musica, danze, live painting. Ideata e realizzata per vivere e attraversare la città universitaria in modo diverso dal solito".

La Sapienza: "Raccolti i video per le indagini"

"L'iniziativa dello scorso venerdì notte - spiega in una nota l'università Sapienza - è stata organizzata senza richiedere alcuna autorizzazione. Come succede in questi casi, si è provveduto a inviare una nota informativa alle forze dell'ordine e all'Asl, allertando inoltre il commissariato interno". Alla Sapienza è presente "un servizio di vigilanza e un sistema di videosorveglianza che consente di monitorare costantemente le manifestazioni non autorizzate e di produrre documenti video che vengono, su richiesta, messi a disposizione delle stesse autorità. Quando tali eventi non autorizzati effettivamente si svolgono, l'Ateneo procede a presentare un esposto alla Procura della Repubblica. Questa prassi, regolarmente adottata negli anni, ha portato a indagini, all'accertamento di responsabilità e alla persecuzione degli illeciti commessi", conclude la nota.

Bussetti: "Chiederemo spiegazioni al rettore"

"Noi aspettiamo di vedere cosa succederà e cosa farà la Procura. Chiederemo anche spiegazioni al rettore, per avere chiarimenti", afferma Marco Bussetti, ministro dell'Istruzione, dell'Università e Ricerca, a margine dell'evento sui 20 anni dal Processo di Bologna.

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