A New York a giugno: quanto è bella la città arcobaleno

Per il World Pride, parate, mostre ed eventi in tutta la città fino alla grande marcia del 30 giugno. E poi passeggiate, barche a remi, ferry al tramonto, panorami, nuove e intramontabili icone, ristoranti, hotel, brunch. Tutto quello che bisogna sapere per un giugno in città strepitoso
A New York a giugno quanto è bella la città arcobaleno

Si attraversa il ponte a piedi verso l’imbrunire per arrivare a Brooklyn prima che cominci la LGBT Pride Parade dell’8 giugno. L’inizio è segnalato dal rombo delle moto: un gruppo di tostissime bikers scatenano il primo applauso. Loro ringraziano dando gas, soffiano forte nei fischietti e cantano, incitando il pubblico ai bordi della strada.

Il Gay Pride di Brooklyn è una parata davvero multicolor, con persone di tutte le etnie e di tutti i generi, gay, lesbiche, transgender, ma anche famiglie arcobaleno ed eterosessuali, giovani e brizzolati, ragazze tatuate e femministe agé. Come da tradizione non mancano i personaggi estrosi e le queens super truccate e appariscenti, i carretti che vendono bandiere, spille –appuntate anche sulla camicia dei poliziotti in servizio– e vestiti arcobaleno. Composti ed eleganti sfilano anche i politici, di tutte le etnie, che appoggiano le battaglie del Pride. Ognuno ha il suo striscione e i suoi fans che distribuiscono santini con il programma del futuro senatore o rappresentante di zona. Il gruppo di militari in divisa e il gruppo degli scout con un bambino, che sfilava vestito e truccato da diva americana, ciglia finte comprese, hanno riscosso un lungo applauso.

Il World Pride 2019 di New York (ufficialmente NYC Gay Pride March) coincide con l’anniversario dei moti di Stonewall avvenuti nel quartiere newyorchese a fine giugno del 1969.  Cinquant’anni fa, poliziotti e gruppi di omosessuali si fronteggiarono in violenti scontri, nelle strade e locali frequentate dai gay. La repressione della polizia fece nascere in tutto il mondo il movimento LGBT e favorì la cultura e l’orgoglio lesbo, gay, bisessuale e transgender (LGBT).

Festeggiati alla grande in tutta New York: dal 10 maggio al 30 giugno con più di 50 eventi in tutta la città, da Staten Island al Queens, da Brooklyn al Bronx e Harlem fino alla grande marcia del 30 giugnoThe March (Pride Parade) è il simbolo del NYC Pride con 110 carri che sfilano partendo alle 12 dalla 29th Street e Fifth Avenue passano nella 16th Street e 7th Avenue e terminano al Greenwich Village, con uno stop simbolico a Stonewall Inn dove ebbe inizio la rivolta nel 1969.

I 50 anni della nascita del movimento LGBT e del Gay Pride sono stati festeggiati con un Doodle speciale anche da Google. New York in questo mese è molto arcobaleno: il simbolo gay-friendly è dappertutto, fino in cima al Rockfeller Center, sulle vetrine dei negozi, nelle collezioni di alcuni stilisti, davanti ai ristoranti e all’ingresso di molti palazzi e la bandiera americana è accostata a quella multicolor. Durante tutto il mese sono previsti oltre 4 milioni di visitatori che trovano mostre, spettacoli e incontri dedicati al Pride.

Alla New York Public Library, Bryant Park, fino al 14 luglio si può vedere la mostra Love & Resistance: Stonewall 50 che analizza la nascita dei primi movimenti per i diritti civili della comunità LGBT negli anni ’60 e ’70 attraverso le fotografie di pionieri del giornalismo come Tobin Lahusen e Diana Davies.

Mostre per Stonewall 50, fino al 22 settembre, al New York Historical Society, Manhattan: LGBT Nightlife Before and After Stonewall che documenta la storia dei locali, club, della vita notturna LGBT di New York nella seconda metà del XIX secolo. Un'installazione grafica Loud, Out and Proud: Fifty Years of Pride, presenta le immagini delle parate del NYC Pride durante questi 50 anni.

Al Met in Fifth Avenue, Manhattan, fino all’8 settembre CAMP: Notes on Fashion, la mostra del Costume Institute del Metropolitan Museum of Art esplora le origini dell’estetica eccentrica e kitsch del CAMP attraverso 200 oggetti, tra abbigliamento femminile e maschile, sculture, dipinti e disegni dal XVII secolo fino ai giorni nostri. Una chicca, sempre al Met, è la mostra Play It Loud: Instruments of Rock & Roll fino al 1 ottobre, con circa 130 strumenti suonati da oltre 80 musicisti rock tra il 1939 e il 2017.Si possono ammirare chitarre suonate da miti del rock come Eric Clapton, Bob Dylan, Jimi Hendrix, Steve Miller, Joni Mitchell, Jimmy Page, Elvis Presley, Prince, Keith Richards, Patti Smith, Bruce Springsteen, ma anche la batteria di Ringo Starr e l’iconico pianoforte di Lady Gaga per ARTPOP.

Si torna all’aperto per scoprire il Central Park in bici, affittatela dai ragazzi in cerca di clienti ma contrattate il prezzo, fate uno stop per assistere a una partita di baseball, per vedere il giardino Strawberry Fields dedicato a John Lennon a forma di lacrima all’angolo della 72 St. proprio davanti a Dakota Building, e poi per girare il lago sulla barchetta a remi.

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L’altra passeggiata nel verde è quella sulla High Line, il parco pubblico creato sulla vecchia ferrovia con tre punti importanti da vedere: The Spur (lo sperone) che ricorda le piazze europee, il Coach Passage, un’area molto verde con un enorme piedistallo che sorregge l’opera Brick House, una scultura alta cinque metri che raffigura una “mammy”, una donna afroamericana progettata dall’artista Simone Leigh.

Accanto all’High Line Park è da visitare** Hudson Yards Vessel**, una struttura ovale fatta totalmente da scale, unite da piattaforme, di difficile classificazione, infatti i neworkesi ancora non sanno se è un edificio, un’opera d’arte o un monumento. L’ingresso al pubblico è gratuito, ma serve il biglietto per entrare che si può prenotare online perché sul posto è disponibile una piccola quantità di biglietti.

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Il traghetto tra Manhattan e Staten Island parte ogni 15 minuti proprio davanti alla fermata South Ferry del metrò, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, è gratuito ed è perfetto per vedere dall'acqua il tramonto sullo skyline di Manhattan e la Statua della Libertà abbastanza da vicino. Ma potreste decidere anche di visitare Liberty, il nuovo museo a Ellis Island dedicato all'icona della città. LEGGI ANCHE

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Il luogo più panoramico, per vedere la città dall’alto è il Top of the Rock la terrazza al 70esimo piano del Rockfeller Center. Il panorama toglie il fiato: si vedono Manhattan e il Central Park, il New Jersey e Brooklyn, ma anche il Queens, il Ponte di Brooklyn e il fiume Hudson e proprio di fronte i 103 piani dell’Empire State Building. Molto emozionante l**a visita al Memorial 9/11 **il monumento commemorativo a Ground Zero, due enormi vasche quadrate, chiuse da un muro con incisi i nomi dei morti nell’attentato, con cascate d’acqua che si perdono nel profondo della terra. È costruita esattamente dove c’erano le torri gemelle la Freedom Tower che ora è il più alto grattacielo di New York con i suoi 541 metri. Non sarete certo gli unici ad avere l’idea di visitare questi luoghi e spesso lo farete in compagnia di una moltitudine di persone, nuovayorkesi e turisti di tutti i paesi. LEGGI ANCHE

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In giro per la città si incontra proprio il mondo, siamo al massimo del multietnico, gente di tutti i tipi e di tutte le religioni e personaggi sorprendenti. Può capitare di entrare in un piccolo caffè e restare colpiti dal sorriso di un uomo brizzolato che ricorda “gli hippies della beat generation”, con il codino, le dita ricoperte di grossi anelli, collanina etnica e qualche orecchino. Potrebbe essere una vecchia gloria del rock o un artista un po’ eccentrico, invece è il sindacalista dei taxisti di New York. Javaid Tariq é pakistano, emigrato molti anni fa, è uno dei fondatori della New York Taxi Works Alliance, l’organizzazione che si batte dal 1996 per difendere i diritti dei taxisti, quasi tutti immigrati. «Il sindaco Rudy Giuliani e la polizia avevano reso molto difficile il lavoro dei conducenti delle auto pubbliche e in risposta é stato organizzato lo storico sciopero del 13 maggio 1998 con l’adesione quasi totale dei taxisti» racconta orgoglioso Javaid. «Lottiamo per la sicurezza dei lavoratori, che rischiano tutti i giorni la vita, e per salari più equi».

Tutto cambia in modo vertiginoso a New York, in poco tempo un quartiere degradato diventa alla moda, come è successo  a Lower East Side, dove sono arrivati prima i creativi delle startup, poi gli artisti e i docenti universitari. Lo stesso a Brooklyn e nelle zone della High Line con un fiorire di nuovi palazzi lussuosi e prezzi non proprio popolari. Alcuni quartieri sono identificati con la star che ci vive o ci hanno abitato, ad esempio la 8th street al Greenwich dove Jimi Hendrix ha costruito i famosi Electry Lady Studios è ancora frequentato da cantanti e artisti. Anche italiani: «Abbiamo scelto di vivere in questo quartiere perché si respira un’aria molto creativa, è tranquillo, le case sono basse e c’è un po’ di verde. E poi è facile incontrare sotto casa rockstar dei tempi passati, poeti che recitano le loro poesie, e personaggi che raccontano aneddoti curiosi su Bob Dylan o Jimi Hendrix», spiega Rose Villain, origini milanesi, ma da 10 anni cittadina newyorkese. La cantante, con il fidanzato Andy Ferrara, conosciuto come SIXPM, producer di rapper italiani come Guè Pequeno, Salmo e Marracash, è la prima italiana ad aver firmato un contratto con la Republic Records, etichetta di Universal, la casa discografica più prestigiosa al mondo. Questa via è molto vicina al West Village dove abitano molte celebrities e non è raro incontrare Bradley Cooper, Jonah Hill o Alec Badlwin e può capitare di vedere Lady Gaga, Kanye West o Travis Scott entrare negli Electric Lady Studios. -------------

Dormire & mangiare a New YorkHôtel e ristoranti sono piuttosto cari, ma per limitare le spese si può scegliere di scambiare la casa con Homexchange, una soluzione economica e comoda, che fa anche sentire abitanti temporanei. Chi ama la comodità di un hotel può prenotare al Beekman hotel, 123 Nassau St, con un rooftop, una terrazza panoramica dove servono drink molto buoni. Oppure al The James New York - Soho o al Mondrian Hotel in 444 Park Ave St.

Per una vera colazione newyorkese a base di french toast, pancakes e omelette si va al La Bombonniere in 28 8th Ave al Greenwich Village. Da provare uno dei numerosi ristoranti vegani, come l’Avant Garden, 130 E 7th St. nell’East Village, con piatti molto saporiti e ben presentati. La cucina di tutto il mondo si può assaggiare nei numerosissimi baracchini parcheggiati sui marciapiedi delle strade più affollate o nei ristoranti etnici presenti in tutti i quartieri. I ristoranti Ippudo, 65 4th Ave e 321 W 51 St, sono sempre pieni con un po’ di coda, perché si mangia un ottimo ramen. Cucina cinese un po’ piccante al Xi’an Famous Foods proprio di fronte al MOMA. Molto frequentato dai giovani newyorkesi il Sugarfish in 33 E 20th St., per “il miglior sushi” della città. Due chicche sono l’incredibile Rainbow cake di Flour Shop, 177 Lafayette St., che ha conquistato Beyoncé e Jimmy Fallon e il salmone affumicato di Russ & Daughters, 127 Orchard St, il preferito di Micheal Stipe dei Rem.